La soldataglia degli eserciti, da quando si combatteva con le mazze ferrate, hanno un unico scopo: guai ai vinti! Una cosa sono i resistenti che combattono per il loro suolo e, volte non ne sono esenti neppure loro, altra cosa è il soldato di carriera o di ventura, che vista a sua volta la morte in faccia, quando ha il nemico in ginocchio non ha pietà.
La storia ci racconta di una barbarie compiuta da Fabrizio Maramaldo capitano di ventura che nella battaglia di Gavinana del 1530, uccise Francesco Ferruccio ormai morente facendogli esclamare la fatidica frase: Vile tu uccidi un uomo morto!
Tutto questo per arrivare alla mia morale: i nostri media hanno diviso i due eserciti in buoni e cattivi, anzi alcuni giornalisti professionalmente seri, hanno detto buonissimi e cattivissimi, ma chi ha un attimo di discernimento celebrale sa che non è così, purtroppo noi non abbiamo TV indipendenti, la Rai è in mano alla politica e le private sono in mano agli oligarchi di nojatri! Non parliamo poi della carta stampata in mano alle varie proprietà, che pertanto non potrà mai essere imparziale.
Quindi se qualche volta è sfuggita qualche immagine del tipo prigionieri inermi sparati alle gambe, un negoziatore ucraino in odore di spia passato per le armi ipso facto senza processo, altri prigionieri russi giustiziati sul posto e infine l'ecatombe fatta dagli ucraini negli otto anni di guerra nel Donbass, assiemea tutto quello che non sappiamo e non sapremo mai, o non se ne parla per niente oppure se ne parla una volta poi la nebbia, mentre al contrario delle immagini dei cadaveri stesi per strada incaprettati, vengono diffuse quotidianamente.
Quindi confermando di non essere un filo putiniano cosa che accade sempre quando sei fuori dal coro, il che mi ricorda tanto, la storia si ripete, quando contestavo il M.5.S. e automaticamente mi veniva attribuita l'appartmenza al PD, il che la dice lunga con chi abbiamo a che fare, quindi inutile recriminare, poiché ogni Nazione ha il re che si merita; frase detta da Joseph de Maistre (1753-1821) che scrisse una lettera nel 1811 a proposito del governo zarista, ancora una volta la storia si ripete, al re Vittorio Emanuele che lo aveva comandato (1803-1817) come ambasciatore del regno di Sardegna a San Pietroburgo.
Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra che ho detto la mia!
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