CHI SONO

Mi chiamo Antonio Maoggi sono un fiorentino nato sotto le bombe dell’ultima guerra, da ragazzo avevo grandi sogni di scrivere, ma bisognava andare a lavorare per aiutare la famiglia e, questo è successo, però la passione è rimasta, ma lavoro, famiglia e figli me lo hanno impedito. Una volta libero come pensionato ho preso carta, penna ed ho cominciato a scrivere e non mi sono fermato più e tutt’ora sto scrivendo l’ultimo racconto. I miei lavori sono tutti inseriti in questo blog in basso sulla fascia lateralmente a destra e, se qualcuno fosse interessato, basta che lo comunichi, e tramite mail che vorrete cortesemente comunicarvi, invierò gratuitamente il racconto in formato PDF, poiché scrivere è fantastico, ma essere letto lo è ancora di più! mascansa@outlook.it

martedì 15 novembre 2022

IL DIAVOLO E L'ACQUA SANTA

 Ho visto il film l’ombra di Caravaggio di Michele Placido, sono rimasto impressionato dalla fotografia, dall’ambientazione, dai costumi, ma soprattutto dalla rappresentazione dell’uomo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, più o meno persone come me che amano la pittura sapevano della potenza espressiva di questo marziano della tela, ma Placido ci ha dato l’opportunità di capire il carattere controverso e forse schizofrenico di quest’uomo.

Ce lo ha presentato come un lettore dei vangeli molto attento, amplificatore dei personaggi cari alla chiesa cattolica ma così osteggiato dalla medesima per la scelta blasfema dei suoi modelli, un uomo rissoso e violento e puttaniere patologico, sessualmente pronto a qualunque esperienza, ma capace poi di un amore così viscerale da diventare l’essenza della parola Amore con la A maiuscola, il climax è la scena quando abbraccia e bacia Annetta la prostituta morta suicida nel fiume Tevere e di lei dipinge l’immagine di Maria morta.

Io credo che questo genere di film sia importante per capire l’essenza degli artisti che amiamo o che abbiamo amato solo superficialmente ed esclusivamente per le loro opere senza capire appieno i loro tormenti e le loro sofferenze.

Il barone di Firenze



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