CHI SONO

Mi chiamo Antonio Maoggi sono un fiorentino nato sotto le bombe dell’ultima guerra, da ragazzo avevo grandi sogni di scrivere, ma bisognava andare a lavorare per aiutare la famiglia e, questo è successo, però la passione è rimasta, ma lavoro, famiglia e figli me lo hanno impedito. Una volta libero come pensionato ho preso carta, penna ed ho cominciato a scrivere e non mi sono fermato più e tutt’ora sto scrivendo l’ultimo racconto. I miei lavori sono tutti inseriti in questo blog in basso sulla fascia lateralmente a destra e, se qualcuno fosse interessato, basta che lo comunichi, e tramite mail che vorrete cortesemente comunicarvi, invierò gratuitamente il racconto in formato PDF, poiché scrivere è fantastico, ma essere letto lo è ancora di più! mascansa@outlook.it

lunedì 7 febbraio 2022

DIVERSITA'

Ah, solo un’ultima cosa su Drusilla Foer. In tanti siamo impazziti per lei, ma no, non siamo tutti impazziti.  Nessuno ha mai lontanamente pensato che sia una persona trans, né Drusilla Foer ha mai preteso di ergersi a simbolo di qualcosa o qualcuno, se non di se stessa. Non ha mai parlato a nome di una comunità ma della sua “unicità”. Non ha mai creduto di poter in alcun modo incarnare le problematiche e le serissime rivendicazioni della comunità Lgbtq. Ma, se la presenza di un uomo travestito da donna davanti a 15 milioni di persone può servire - come serve - ad abbattere tabù e stereotipi di un’assurda mascolinità anni ‘50 e a mandare in cortocircuito i pillon e gli adinolfi, sia benedetta Drusilla Foer. Personaggio vero, finto? Reale, costruito? Non ha alcuna rilevanza, come a nessuno interessa sapere dove stia Joaquin Phoenix mentre entriamo e ci perdiamo nella psiche di Joker o cosa pensi Robert De Niro mentre Travis Bickle punta la pistola allo specchio in Taxi Driver.  Conta solo la sua straordinaria capacità di far passare temi complicatissimi con la rapidità fulminea di una battuta, un gesto, un occhiolino, e di fare tutto questo vestendo un’identità in cui si riconosce, diversa dalla propria, non omologata, non contenibile in un involucro convenzionale di genere e persino d’età (sì, l’età, tema fondamentale e sottovalutato nella performance di Drusilla). C’è una parola precisa in italiano che tiene in sé tutto questo: SCELTA. Scegliere di essere chi vogliamo essere, senza chiederci cosa penseranno gli altri, senza paura dei giudizi e dei pregiudizi che fanno male e a volte uccidono.  Ci vuole una cultura pazzesca, ci vuole uno studio mostruoso, ci vogliono anni di auto-analisi e consapevolezza di sé per arrivare sino a qui. Non c’è messaggio più potente e più profondamente politico di questo, oggi.


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