CHI SONO

Mi chiamo Antonio Maoggi sono un fiorentino nato sotto le bombe dell’ultima guerra, da ragazzo avevo grandi sogni di scrivere, ma bisognava andare a lavorare per aiutare la famiglia e, questo è successo, però la passione è rimasta, ma lavoro, famiglia e figli me lo hanno impedito. Una volta libero come pensionato ho preso carta, penna ed ho cominciato a scrivere e non mi sono fermato più e tutt’ora sto scrivendo l’ultimo racconto. I miei lavori sono tutti inseriti in questo blog in basso sulla fascia lateralmente a destra e, se qualcuno fosse interessato, basta che lo comunichi, e tramite mail che vorrete cortesemente comunicarvi, invierò gratuitamente il racconto in formato PDF, poiché scrivere è fantastico, ma essere letto lo è ancora di più! mascansa@outlook.it

sabato 6 maggio 2023

FILOSOFI EROI PATRIOTI

Karl Heinrich Marx spesso italianizzato in Carlo Enrico Marx; Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883) un filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, giornalista e politico tedesco.

Nato in una famiglia di origine ebrea relativamente agiata della classe media, Marx studiò all'Università di Bonn e all'Università Humboldt di Berlino, iniziando a interessarsi alle opinioni filosofiche dei giovani hegeliani. Dopo la laurea contribuì alla Gazzetta renana, giornale radicale di Colonia. Trasferitosi a Parigi nel 1843, continuò a lavorare per diversi giornali radicali e incontrò importanti amici e sostenitori, tra cui Friedrich Engels, con cui pubblicò il Manifesto del Partito Comunista nel 1848. Esiliato dalla Francia nel 1849 a causa delle sue idee politiche e per il suo supporto ai moti del 1848, Marx si trasferì con la moglie Jenny von Westphalen e i figli prima a Bruxelles e poi a Londra. Qui continuò a lavorare come giornalista per il giornale anglo-americano New York Tribune e ad approfondire i suoi studi sull'economia politica, arrivando così a elaborare la sua teoria economica che avrebbe dovuto essere esposta nel Il Capitale, di cui Marx riuscì a pubblicare solamente il primo volume nel 1867. I successivi due volumi sarebbero stati pubblicati postumi da Engels e la versione completa delle Teorie sul plusvalore da Karl Kautsky (1905-1910).


Friedrich Engels, Barmen, 28 novembre 1820 – Londra, 5 agosto 1895 è stato un filosofo, sociologo, economista, giornalista, imprenditore tedesco. Fondatore assieme al sodale Karl Marx del marxismo classico e del socialismo scientifico. Figlio di un proprietario di grandi fabbriche tessili nel Regno Unito e Prussia, fu amico e collaboratore di Marx, con cui scrisse lavori come L'ideologia tedesca (1846), rimasto inedito fino al 1933, e il Manifesto del Partito Comunista (1848), ottenendo un ruolo fondamentale per la nascita del marxismo e dei movimenti comunisti, socialisti e operai. Fu un dirigente politico sia della Prima Internazionale (1864) sia della Seconda (1889). Altre opere importanti di Engels sono: l'Anti-Dühring (1878) e L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza (1880).


Emiliano Zapata era il penultimo dei dieci figli di una delle tante famiglie rese povere dal regime dittatoriale di Porfirio Díaz. Studiò fino all'età di sedici anni quando, rimasto orfano, iniziò a lavorare la terra. Parlava due lingue, spagnolo e nahuatl (antica lingua locale). L'esordio politico risale al 1909 quando, eletto sindaco di Anenecuilco, Zapata appoggia il candidato dell'opposizione, Patricio Leyva, a governatore. La sconfitta del candidato appoggiato da Zapata provocò ad Anenecuilco dure rappresaglie e nuove perdite di terre. Verso la metà del 1910, dopo vari tentativi di risolvere i problemi della ridistribuzione dei terreni per via legale, Zapata e i suoi cominciarono a occupare e a ridistribuire terre. Verso la fine del 1910, Zapata iniziò la lotta armata, diventando capo indiscusso della rivoluzione del Sud. Nel giugno del 1911 si confrontò con Francisco Madero, liberale oppositore del regime dittatoriale messicano. L'incontro fu negativo e nell'ottobre del 1911, Zapata lanciò il Piano di Ayala. Iniziò così una guerra lunga e difficile, prima contro Madero, poi contro Victoriano Huerta e infine contro Venustiano Carranza. Gli zapatisti erano inafferrabili: applicando la tecnica della guerriglia, colpivano i distaccamenti militari e scomparivano. Verso la fine del 1913, grazie anche alle spettacolari vittorie di Pancho Villa al nord, Zapata costrinse alla fuga Huerta (15 luglio). Nell'autunno 1914 si celebrò ad Aguascalientes una convenzione tra le differenti fazioni rivoluzionarie che però non riuscirono a trovare l'accordo. Zapata fu presente alla successiva convenzione aguascaliense, che adottò il piano di Ayala ed elesse Eulalio Gutiérrez presidente provvisorio. I gruppi di Pancho Villa e Zapata accettarono la convenzione; non il gruppo del generale Venustiano Carranza e questo provocò la prosecuzione della guerra civile. In dicembre, in seguito alla rottura con Venustiano Carranza, che rappresentava la borghesia agraria del nord, le truppe contadine di Villa e Zapata entrarono trionfanti a Città del Messico inalberando i vessilli della Vergine di Guadalupe, patrona dei popoli indigeni. Fu in quei giorni che Zapata rifiutò di sedersi sulla poltrona presidenziale: "Non combatto per questo. Combatto per le terre, perché le restituiscano". Tornò nel Morelos, dove nel 1915 giovani intellettuali, studenti provenienti da Città del Messico e zapatisti distribuirono terre e promulgarono leggi per restituire il potere ai pueblos. La Comune di Morelos, un'esperienza di democrazia diretta, rappresentò l'apice della rivoluzione zapatista. L'esperimento zapatista fu però di breve durata. Le armate carranziste, guidate dal generale Álvaro Obregón, sconfissero più volte Villa, fino alla decisiva vittoria nella Battaglia di Celaya, in seguito alla quale Carranza riprese il controllo della capitale. In seguito alla sconfitta Zapata ripiegò nel sud del Messico, dove proseguì la guerriglia fino a quando fu attirato in un'imboscata e assassinato il 10 aprile 1919, presso la fattoria di Chinameca, per mano del generale costituzionalista Jesús Guajardo. I mandanti furono Pablo González Garza, comandante di Guajardo, e Venustiano Carranza.


Ernesto Guevara de la Serna, più noto come il Che, Rosario, 14 giugno 1928 – La Higuera, 9 ottobre 1967, è stato un rivoluzionario, guerrigliero, scrittore, politico e medico argentino. Guevara fu membro del Movimento del 26 luglio e dopo il successo della rivoluzione cubana assunse un ruolo nel nuovo governo, secondo per importanza solo a Fidel Castro, suo alleato politico. Nella prima metà del 1965, lasciò Cuba per attuare la rivoluzione socialista in altri Paesi, prima nell'ex Congo belga (ora Repubblica Democratica del Congo), poi in Bolivia. L'8 ottobre 1967, a La Higuera, dipartimento di Santa Cruz, venne ferito e catturato da un reparto antiguerriglia dell'esercito boliviano assistito da forze speciali statunitensi costituite da agenti speciali della CIA. Il giorno successivo venne giustiziato sommariamente e mutilato delle mani nella scuola del villaggio. Il suo cadavere, dopo essere stato esposto al pubblico a Valle Grande, fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi forensi argentini e cubani, autorizzata dal governo boliviano di Sanchez de Lozada, nel 1997. Da allora i suoi resti riposano nel mausoleo di Santa Clara di Cuba.


Aligi Barducci detto Potente (Firenze, 10 maggio 1913 – Greve in Chianti, 9 agosto 1944) è stato un militare e partigiano italiano. Aligi Barducci fu comandante della Divisione Garibaldi "Arno" e rimase ucciso il 7 agosto durante i combattimenti per liberare Firenze. Figlio di Duilio e Brunetta Fanfani, fu un eroe della Resistenza toscana, protagonista di numerose azioni tra cui la liberazione di Firenze nell'agosto del 1944, decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria. Nato a Firenze, nel quartiere popolare del Pignone, il 10 maggio del 1913, da una modesta famiglia di lavoratori, deve lasciare gli studi molto presto per cominciare a lavorare. Continua però a studiare privatamente, ottenendo così il diploma di ragioniere. Chiamato alle armi nel 1934, dovette recarsi in Somalia, dove trascorse il biennio successivo. Poi ritornò a Firenze e, nel 1938, svolse la sua opera in vari uffici, prima a Firenze, poi a Chieti, poi a Como. Nell'ottobre del 1940 ottenne il diploma di ragioniere e si iscrisse alla Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Firenze. Nello stesso anno ricevette una nuova chiamata alle armi e, divenuto caporalmaggiore, si iscrisse ad un corso di allievi ufficiali a Pisa, sostenendolo con successo. Nel 1942 fu assegnato a Como, poi in Liguria e successivamente passa al 10º Reggimento Arditi, a Santa Severa, dove fu comandante di una delle pattuglie soprannominata "la Potente". In seguito fu inviato, insieme al suo reparto, a Pola e, nel maggio 1943, viene schierato col II Battaglione nella zona di Acireale in Sicilia, dopo i combattimenti per opporsi allo sbarco alleato con i superstiti del reparto rientrò verso la fine di agosto a Santa Marinella sede del "Decimo Arditi". Qui insieme ai commilitoni venne sorpreso dall'armistizio dell'otto settembre 1943 e fu lì la sua decisione di disertare e aggregarsi alle bande partigiane che nel frattempo si erano formate, diventando subito un capo per i suoi trascorsi di soldato.


Walter Audisio, nome di battaglia Colonnello Valerio (Alessandria, 28 giugno 1909 – Roma, 11 ottobre 1973), è stato un partigiano e politico italiano; secondo la versione storica ufficiale, fu colui che, il 28 aprile 1945, eseguì materialmente la sentenza di morte di Benito Mussolini, uccidendo anche la sua amante Claretta Petacci, provvedendo altresì al trasporto dei due cadaveri, con quelli di altri sedici giustiziati, al fine di essere esposti pubblicamente in Piazzale Loreto, a Milano.
Nel 1931 entrò nelle file dell'allora Partito Comunista d'Italia, divenuto in quel periodo un movimento clandestino contro il regime fascista italiano, e dove conobbe la figlia di un allora militante, Ernestina Ceriana, che sposò nel 1932, i due non ebbero mai figli. Nello stesso anno iniziò a collaborare con i movimenti antifascisti di Alessandria, fino al suo arresto nel maggio 1934 da parte della Vigilanza Repressione Antifascista- Fu condannato a cinque anni di confino a Ventotene (Isole Ponziane, dove continuò ad avere numerosi scambi politici e sovversivi con gli antifascisti di tutta Italia, fino ad aderire ad una protesta collettiva nel 1935. Per tal motivo, scontò dieci mesi di carcere a Poggioreale, poi ritornò nelle carceri ponziane.


Questi che ho citato sono coloro che hanno tentato di dare una svolta al mondo, prima i filosofi, poi l’America Latina con i suoi eroici rivoluzionari, infine l’Europa con i suoi partigiani della resistenza al nazifascismo, di cui parte attiva è stata l’Italia con la mia città Firenze che insieme a molte altre sono state liberate ancora prima dell’arrivo degli alleati. Ho parlato solo di una parte dei rivoluzionari di ogni parte del mondo e di coloro che hanno dato la vita e l'intelletto per raggiungere il fine ultimo del socialismo, il che mi fa pensare:

Cosa avrei fatto io, se fossi nato prima? Me lo sono chiesto più volte senza darmi una risposta, forse con molta probabilità avrei parte degli indifferenti? Visto che i resistenti in confronto al resto della popolazione erano pochi, poiché sarei presuntuoso solo a pensare che avrei fatto le loro scelte.

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