Con tutta la mia buona volontà non riesco a comprendere come si possa arrivare a suicidarsi per una recensione cattiva se non addirittura falsa, la rete è un’agorà, come lo è sempre stato tanto nei piccoli paesi che nelle grandi città, l’unica differenza è che si può colloquiare se non addirittura guardarsi in faccia, sia con Adelaide in sud Africa, come a Hong Hong, oppure a Sidney.
Sono pro i social network che hanno avvicinato la gente, badando ai fusi orari ho potuto colloquiare con amici in Colombia e in Argentina, questo è il progresso ed è inarrestabile almeno fino a che qualche criminale non decida di azzerare tutto con una guerra termonucleare.
L’uomo è sempre stato scettico alle innovazioni per il timore che vengano mal usate. Oggi non potrei fare a meno di questo sistema di comunicazione e allo scopo mi sono dato un codice di comportamento:
1. Considerazione all’interlocutore rispettando le sue idee quando sono diverse dalle mie, ma riservandomi la legittimità della critica;
2. Uso la rete per giocare, scherzare con amici vecchi e nuovi e penso che la satira sia il sale per ridere assieme;
3. Amo le contrapposizioni intelligenti, come l’intelligenza di saper ridere e divertirsi assieme.
Ciò non toglie però che su questo spazio tanto ampio si possano trovare persone o personaggi che ritengo non consoni alla mia etica e mi chiedo dove sia il problema, infatti se un amico ti tradisce o qualcuno ti fa del male dal punto di vista psicologico, lo abbandoni, ed anche il web ha questa possibilità con il blocco dei messaggi indesiderati, sono un uomo nato sotto le bombe quando il massimo della tecnologia erano le telescriventi che solo le grandi aziende avevano e, ritrovandomi oggi a poter fare una partita a dama con un signore o una signora di Reykjavík, la considero ancora una cosa stupefacente.
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