Siamo arrivati alla 71ª ricorrenza della Festa
della Liberazione e, per una questione meramente anagrafica, io ne ho potute
vivere solo 69, essendo nato nel 1942, esattamente tre anni prima. Tuttavia, ne
ho preso coscienza solo nel 1947, quando frequentavo la prima elementare, anche
se, all'epoca, non ne percepivo appieno il significato.
Nella seconda guerra mondiale ci sono stati dei vincitori e
dei vinti, e i buoni e i cattivi sono stati riconosciuti all'unanimità.
Qualcuno, però, si diletta a ogni ricorrenza a revisionare
la storia, compresi alcuni compagni della prima ora che, forse perdendo
lucidità con il passare degli anni, o forse essendo in malafede, perché
sapevano bene che andando un po' contro i loro ideali, ma erano davvero i loro
ideali? Hanno potuto vendere tanti libri sulla questione e guadagnare tanti
soldi.
Veniamo al dunque: è appurato storicamente che la
Resistenza era formata da bande e che il 50% dei combattenti era di fede
comunista, mentre l'altro 50% era composto da appartenenti al Partito d'Azione,
cattolici, repubblicani e liberali. Quindi, onore a tutti coloro che, con il
loro sacrificio, hanno reso possibile l'esistenza, anche se imperfetta e
talvolta illiberale, della democrazia. Affermo senza tema di smentita che loro
erano i buoni.
Poi c'erano i nazisti che invasero l'Italia prima dell'8
settembre, nonostante l'Italia fosse alleata con il fascismo di Benito
Mussolini. Poi ci furono le squadracce fasciste e, dopo l'armistizio del
generale Badoglio, la famigerata Repubblica di Salò con i suoi cosiddetti
repubblichini, gli irriducibili. A loro va riconosciuto il merito di non aver
abbandonato la nave quando stava chiaramente affondando, ma direi che, senza
tema di smentita, erano i cattivi. È inutile poi dire che i morti sono tutti uguali:
alcuni stavano dalla parte giusta, e gli altri dalla parte sbagliata.
Allora, cominciamo a scandagliare i motivi per cui, a un certo punto della nostra storia, la Resistenza ha cominciato a essere revisionata. Tutto ebbe inizio quando Enrico Berlinguer, all'epoca segretario del Partito Comunista Italiano, portò il suo partito a raggiungere l'adesione record di 11.000.000 di italiani e le regioni, i comuni e le province erano quasi tutte governate dai social-comunisti (P.C.I. + P.S.I.). Tuttavia, il glorioso Partito Socialista Italiano di Matteotti, dopo l'ascesa al potere di Bettino Craxi, iniziò a comportarsi in modo disonesto: infatti, dove la maggioranza era del P.C.I., governavano insieme, ma dove la maggioranza era della Democrazia Cristiana, governavano senza alcun pudore con loro.
Poi, a dileggio della Resistenza, andò in voga l'inno e la
genuflessione agli angloamericani, che tuttora rimane. Motivo? Ci avevano
liberato, ma dall'altra parte inneggiavano alla Russia di Stalin che aveva
liberato l'altra metà dell'Europa. Onore a tutti i caduti per la libertà! Anche
se, in seguito, e qui ci vorrebbe un libro per raccontare tutta la storia,
avrei tante cose da obiettare sia sugli USA che sull'URSS.
Detto questo, sui partigiani (guarda caso soprattutto della Brigata Garibaldi) è emerso che avevano commesso le più gravi nefandezze, ma sui libri di storia si racconta tutt'altro.
Le
Brigate Garibaldi furono delle brigate partigiane legate prevalentemente
al Partito Comunista Italiano, operanti nella resistenza italiana durante la
seconda guerra mondiale. Ne fecero parte anche esponenti di altri partiti del
C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale), in particolare socialisti. Pochi
invece erano i componenti legati al Partito d'Azione o democristiani. In
realtà, la maggior parte dei combattenti delle Brigate Garibaldi non
aveva un'identità politica ben definita. Coordinate da un comando generale
diretto dagli esponenti comunisti Luigi Longo e Pietro Secchia, le Brigate
Garibaldi furono le formazioni partigiane più numerose e quelle che subirono le
maggiori perdite totali durante la guerra partigiana.
Giunto a questo punto voglio essere più realista del re, in bande e raggruppamenti di uomini cosi numerosi, che non ci fosse al loro interno qualche malandrino, che magari si approfittava nelle case delle povere donne, che avevano gli uomini al fronte, oppure rubava qualche pollo non lo si può escludere e nelle nomali condizioni umane, ma sul fatto delle rappresaglie che avvenivano da parte dei nazi-fascisti sulla popolazione inerme, perché magari avevano subito grosse perdite da parte dei patrioti, venivano e tuttora vengono imputate ai partigiani perché non si consegnavano (1 a 10), ma pensate solo per un attimo al fatto che se i combattenti avessero ceduto ogni volta al ricatto nazi-fascista la guerra o sarebbe stata persa oppure avrebbe potuto continuare per molto tempo ancora.
Per quanto riguarda la
disciplina, essendo molte bande comandate da ex militari, in particolare una
che operava in Liguria e che era comandata da "Bisagno", nome di
battaglia identico a quello del torrente che attraversa e taglia in due Genova,
un fervido cattolico di nome Aldo Gastaldo, che aveva come luogotenente il
comunista Giovanni Serbandini (Bini). I due, pur essendo politicamente
distanti, andavano in perfetto accordo fra loro, tanto da stilare un codice
etico per i loro sottoposti.
"In attività e nelle operazioni si eseguono gli ordini
dei comandanti, ma poi c'è sempre un'assemblea per discuterne la condotta. Il
capo viene eletto dai compagni, è il primo a lanciarsi nelle azioni più
pericolose, l'ultimo a ricevere cibo e vestiario e gli spetta il turno di
guardia più faticoso. Alla popolazione contadina non si chiede, ma si chiede, e
possibilmente si paga o si ricambia, quel che si riceve. Non si importunano le
donne e non si bestemmia".
Quindi, come questa brigata, ce n'erano tante altre che imponevano la disciplina. Se poi pensate che uno dei capi del C.N.L. (Comitato di Liberazione Nazionale) è stato Sandro Pertini, poi diventato il nostro presidente più amato, nella conta fra persone per bene e non, il quorum va a vantaggio delle persone per bene e non di uno sporadico ladro di galline.
Un altro falso storico, sempre voluto dalle persone di
destra, è che l'Italia sia stata liberata unicamente dagli alleati. Sul fatto
che ci abbiano liberati non c'è alcun dubbio, ma le città più importanti come: Roma, Milano,
Bologna e Firenze furono liberate con il valido contributo della Resistenza:
questa è storia acclarata.
Per concludere, Bari fu liberata unicamente dai baresi; gli
inglesi intervennero solo quando ebbero la certezza che ogni focolaio di
resistenza fosse stato annientato. Poi ci furono le quattro eroiche giornate di
Napoli, che videro impegnata tutta la popolazione: i napoletani fecero scappare
i tedeschi come lepri. Quindi, onore agli alleati, ma anche a Bisagno, che morì
in un incidente fortuito e che è stato dichiarato "il partigiano
d'Italia"; onore alle città di Bari e Napoli e a tutti i combattenti
di ogni confessione e credo politico che hanno dato tanto alla patria e che non
devono essere infangati, ma celebrati per qualche secolo ancora.

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