Un film coreano dell’attore regista Park Chan Woo; l’attore principle Park Hae II, una brava e bella attrice cinese Young Wo e una squadra di comprimari partendo da Go Kyung Pyo, Kim Shin Young e una quindicina di attori molto bravi.
Un thriller? Una Storia di amore? Un giallo alla Basic Instint? Un giallo hitchcockiano? Oppure è un neo-noir? Il film può essere tutto questo ed il suo contrario, infatti e da vedere sino in fondo perché ci tiene incollati alla poltrona sino allo scorrere dei titoli di coda; per cui posso dare solo un piccolo sunto ma senza svelare niente!
Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente da una montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae giovane vedova cinese della vittima, che non sembra essere sconvolta per la scomparsa del marito e qui mi fermo.
Posso solo dire che il film è stesso onirico per cui non bisogna distrarsi, si basa principalmente sull’uso spasmodico della tecnologia: Tablet, Hi.Phone, videocamere digitali, con cui gli attori principali si scambiano messaggi quando non sono insieme; Il barone dice: da vedere!
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