Nella rosa infinita degli sport sia amatoriali e/o professionistici ce ne sono due che vengono considerati violenti, (escludendo le arti marziali che più che sport sono considerate autodifesa), ma il rugby e la boxe ha nella gente due tipi di approccio chi la ama oppure chi la odia.
Mi piace ricordare però che è stato il rugby ad inventare il terzo tempo, cioè il bon ton di uscire dal campo stringendosi la mano uomo per uomo, nel pugilato alla fine dell’incontro coloro chi si sono menati di santa ragione si abbracciano e a volte si baciano; quanti altri sport possono vantare altrettanto fair play?
Nel calcio spesso prima che al pallone si mira alla tibia, dimenticavo il calcio nella statistica degli infortuni è al secondo posto dietro solo al sollevamento pesi; vogliamo parlare di automobilismo e/o motociclismo fino ad arrivare al ciclismo, le scorrettezze si sprecano e vi garantisco che spesso non sono carezze, vogliamo parlare dell’hockey su ghiaccio, del foot ball americano, dell’atletica pesante, del doping che spadroneggia ovunque e dove al contrario si riscontra solo in casi rarissimi negli sport sopramenzionati?
Chi non ama questi sport non è obbligato a seguirli, ma se qualcuno deve fare ammenda sono ad esempio gli spagnoli che per sport uccidono gli animali che non avendo il dono dell’intelletto si trovano a giostrare in un’arena in cui avrebbero fatto volentieri a meno di entrare.
A Firenze si dice: cencio dice male di straccio, ognuno ha bisogno di trovare qualcosa o qualcuno da odiare, quindi invito chi discrimina questi due sport, di spostare il proprio sdegno alla guerra, alla sopraffazione dei popoli, ai costruttori di armi, a chi fa la tratta delle bianche, ai produttori e commercianti di morte con la droga, agli omofobi, ai razzisti e mi fermo qui, in quanto ce ne sono spazi da incanalare il proprio odio non verso due persone che decidono sin tempo dal tempo dei tempi (III millennio a.C. medio oriente, santificato dalla Grecia nel 688 a.C.). Homines liberum arbitrium omnibus!
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