Carissimo Piergiorgio,
Il
Presidente Ghirlanda mi ha girato il magnifico ricordo che tu hai fatto sul mio
caro amico Aldo, un amico più che il tempo passa con la vita che scivola via,
mi viene a mancare sempre di più.
Credimi
la tua missiva mi ha veramente commosso, poiché hai riferito con esattezza
punto per punto, l’uomo che è stato più che l’arbitro.
Subito
dopo il cappello della tua, ho potuto conoscere il tuo pensiero sulla classe
arbitrale, famiglia in cui io ho militato, anche se solo per quindici anni, mi
ha colpito la tua frase: “a quelli che per il loro valore avrebbero potuto
mietere allori più prestigiosi.” Ebbene sì! Credo in tutta umiltà di aver
fatto parte di quel gruppo di esodati!
Mi
piace metterti al corrente della mia storia che ha saputo solo Aldo: Io non mi
sono mai considerato un super referee, anche se una sera il grande
italo-americano “Arthur Mercante” negli spogliatoi, alla fine di una riunione
imperniata sul titolo del mondo “Boza Vs Navarrete” guardandomi fisso negli
occhi mentre si stava asciugando i piedi dopo la doccia, mi disse: “Good
Referee”; avevo arbitrato un incontro professionistico a latere sulle dieci
riprese, ti lascio immaginare l’emozione che può aver provato un giovane
davanti al complimento di chi era considerato il numero uno (un mostro sacro)
della boxe professionistica mondiale.
Sono
arrivato alla qualifica di internazionale superando esami che allora non erano
certo acqua da occhi, ho officiato a titoli italiani professionistici sia come
arbitro che come giudice in tutta Italia, titoli che andavano sempre in TV
sulle reti RAI; ho avuto i complimenti degli aficionados e della stampa locale e nazionale.
Ogni
uomo trova spesso sulla sua strada degli incidenti di percorso, il mio ostacolo
è stato trovarmi di traverso due arbitri più anziani di me, naturalmente
ricordandoli da vivi, anche se uno dei due è ancora vivente: Franco P. (Livorno)
e Mauro C. (Pisa), che hanno sgomitato a destra e a manca pur di entrare
nel gotha del pugilato italiano.
Una
premessa: Aldo non ha mai mosso un dito di raccomandazione per me, ma neppure
per loro, unicamente per tener fede al suo essere ligio all’etica di
correttezza e onestà intellettuale; infatti io ero il suo più caro amico, ma
sono stato trattato alla stregua di tutti gli altri colleghi del G.A.G toscano,
per cui rimanevamo in tre in corsa per le liste internazionali, ma ognuno era
da solo a sparare le sue cartucce.
Venne
il 1985 (anno della risoluzione definitiva), in una serata professionistica a
Lucca, il supervisore era il compianto (a mio avviso mica tanto) tale
“Belluomo”; che al rientro in Federazione inviò ad Aldo, che era il nostro
rappresentante, le note caratteristiche relative alla riunione lucchese, che
più o meno dicevano: “Antonio Maoggi ancora deve maturare e quindi non può
aspirare oltre”, mente quelle di Mauro C. parlavano di un arbitro che
poteva essere utilizzato per manifestazioni più importanti.
Piergiorgio,
puoi immaginare la mia delusione, mi sono molto amareggiato perché in cuor mio
pensavo di aver subito una vessazione.
In
quel periodo avvenne la morte di un pugile sul quadrato e l’arbitro era il
fiorentino Gianfranco G. e io pensai subito che sul ring di questa tragedia
avrei potuto esserci io, il che mi fece cadere in una fase depressiva, inoltre
sommandola alla questione delle note caratteristiche, da me percepite come la
classica prevaricazione, mi avevano disinnamorato e non mi sentivo più di far
parte ancora della F.P.I.
Comunque
sia a settembre del solito anno, fui convocato al palasport di Caserta ad
officiare in qualità di giudice di sedia, al titolo d’Italia “Kalambay vs. Di
Marco”.
Questo
fu un incontro senza storia, il rapporto era di tre colpi ad uno a favore del
coloured anche se in effetti Di Marco aveva dato tutto e come si dice in gergo,
un gran cuore, ma
questo purtroppo ai fini della valutazione tu sai
bene che non deve essere tenuto in nessun conto.
Morale
della favola: Maoggi e l’arbitro cagliaritano avevano sui loro cartellini tre
punti a favore di Kalambay, mentre l’altro giudice siciliano di Marsala (come
vedi non faccio nomi) aveva tre punti per Di Marco, a mio avviso totalmente in
malafede, oppure volendo dargli un’attenuante, penso che il verdetto potrebbe
essere stato dettato dalla preoccupazione che, essendo Di Marco il pugile di
casa in un territorio molto caldo, forse qualche pericolo di pestaggio da parte
della tifoseria, non era del tutto infondato.
I
timori dell’isolano si avverarono, forse la colpa fu anche dello speaker che
alla lettura del verdetto annunciò: Arbitro Sardegna: Kalambay 115 - DI Marco
113, un urlo salì perentorio dalla sala fermandosi per la lettura degli altri
cartellini punteggio, speaker: giudice della Sicilia: Kalambay 113 - Di Marco
115, l’incontro era in parità, un silenzio tombale di aspettativa si sparse per
il palazzetto, di nuovo lo speaker: Giudice della Toscana: Kalambay 115 – Di
Marco 113 Vince ai Punti Kalambay!
Un
attimo per metabolizzare il verdetto, poi è successo di tutto, la vera
guerriglia urbana, il povero Commissario di Riunione l’anziano Vitaliano
rimasto isolato fu fatto volare fra le sedie, mentre noi facemmo la ritirata
strategica, scortati negli spogliatoi al primo piano del palazzetto dai
colleghi arbitri che avevano arbitrato gli incontri a latere del titolo
nazionale. Due di questi colleghi nella vita erano agenti di polizia, il che ci
dette una certa sicurezza, arrivati negli spogliatoi, chiudemmo barricando la
porta e restammo chiusi sino alle cinque del mattino.
Alle
sei circa ci trovammo tutti in albergo a mettere qualcosa sotto in denti,
compreso il campione italiano ed il suo entourage, tutti insieme
appassionatamente mangiammo quel che c’era, solo Buondì Motta e un cappuccino,
eravamo affamati e infreddoliti.
Bello
fresco dalla sua camera d’albergo scese il compianto Consigliere Federale
Amleto Bellagamba, si avvicina al bancone per far colazione e vedendomi mi
dice:
Maoggi!!
Complimenti, mi hai dimostrato di avere coraggio!!
Amleto è stato il coraggio della paura, prima della lettura del mio cartellino
avevo il fiato sul collo dei tifosi, transennatura manco a parlarne, per cui
alla lettura del verdetto credo che se non stringevo il culo mi cacavo addosso;
Ma
dai sei un buon arbitro, vedrai che ne avrai di soddisfazioni durante la tua
carriera;
A proposito Amleto! Sono un internazionale da quasi quattro anni, quindi mi
dovete chiamare all’estero, fosse anche la Repubblica di San Marino o la Città
del Vaticano, insomma andare ad arbitrare all’estero in base alla mia
categoria:
Antonio tranquillo non ne mancherà l’occasione!
Morale
della favola, a novembre sono stato convocato ai campionati toscani Novizi A, a
Borgo San Lorenzo ventinove chilometri da Firenze, l’ultima mazzata che mi ha
portato alla decisione di dare forfait.
Comunque
sia per onor di firma, ho presenziato alla manifestazione, con la mia
professionalità dilettante, ma il giorno dopo ipso facto ho inviato
direttamente alla Federazione le mie dimissioni, però la mia richiesta aveva un
vizio di forma, infatti le dimissioni dovevano essere presentate attraverso il
proprio rappresentante di G.A.G. (Aldo Garofalo).
Lo feci appena le dimissioni mi furono respinte, e
Aldo conoscendo molto bene la mia determinazione non fece niente per
convincermi a ritararle e la mia carriera arbitrale è finita con il primo
gennaio 1986.
Dopo
la mia dipartita Franco P. Internazionale W.B.A. ha arbitrato persino in
America ad Atlantic City, in America oltre alle spese offrono all’arbitro un
gettone di presenza: mille dollari all’epoca cosa non da poco 2.200.000 di
lire) e Mauro Ceccarini Internazionale fu inserito nelle liste E.B.U. allora
dico, forse le mie dimissioni erano più che giustificate o no?
Scusa
lo sfogo ma la tua lettera mi ha dato modo di raccontare una storia che covava
sotto la cenere e che a distanza di tempo è ancora calda.
Spero
che tuo figlio sia andato avanti con la sua carriera, quindi colgo l’occasione
per salutarti con affetto, saluto che vorrai estendere a tutta la tua famiglia
con un ritardato “Buon Anno”
Legenda:
Aldo
Garofalo Arbitro internazionale A.I.B.A. (Association International Boxing
Amaterur) componente C.N.A.G (Consiglio Nazionale Arbitri Giudici).
F.P.I.
(Federazione Pugilistica Italiana).
G.A.G. (Gruppo Arbitri Giudici uno per ogni Regione).
W.B.A. (World Boxing Association).
E.B.U. (Europienne Boxing).
2018


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