CHI SONO

Mi chiamo Antonio Maoggi sono un fiorentino nato sotto le bombe dell’ultima guerra, da ragazzo avevo grandi sogni di scrivere, ma bisognava andare a lavorare per aiutare la famiglia e, questo è successo, però la passione è rimasta, ma lavoro, famiglia e figli me lo hanno impedito. Una volta libero come pensionato ho preso carta, penna ed ho cominciato a scrivere e non mi sono fermato più e tutt’ora sto scrivendo l’ultimo racconto. I miei lavori sono tutti inseriti in questo blog in basso sulla fascia lateralmente a destra e, se qualcuno fosse interessato, basta che lo comunichi, e tramite mail che vorrete cortesemente comunicarvi, invierò gratuitamente il racconto in formato PDF, poiché scrivere è fantastico, ma essere letto lo è ancora di più! mascansa@outlook.it

sabato 27 settembre 2025

NESSUNO PARLA DI QUESTO

 Da fonte anonima un'analisi impeccabile della situazione Russia/Ucraina:

"Non sarà sfuggito a nessuno che le regioni a stragrandissima maggioranza russofona corrispondono quasi esattamente ai territori occupati dai russi oggi con l'eccezione della regione di Odessa e di una parte della regione di Kharkov.

Ambedue e non a caso attualmente sotto attacco russo. È giusto che i russi occupino quelle zone? Secondo molti europei no, ed effettivamente i russi non li hanno mai pretesi prima del 2022. Pretendevano invece una tutela delle popolazioni russe lì residenti. Quasi 10 milioni di persone. Lo hanno chiesto nel 2014 con gli accordi di Minsk 1. Lo hanno richiesto di nuovo con gli accordi di Minsk 2 nel 2015. Niente.

Gli ucraini non hanno mai voluto ratificare quegli accordi ritenendoli "punitivi" nonostante non comportassero nessuna perdita territoriale ma solo la concessione di uno statuto speciale sul modello del Trentino in Italia, tanto che l'allora governo italiano si offrì di aiutare a costruire un modello simile. Il presidente ucraino (all'epoca Poroshenko) rifiutò sdegnosamente.

Gli ucraini preferirono la via della forza, spalleggiati da americani ed europei, e, fra alti e bassi, e nonostante le tante proteste del governo russo, continuarono a bombardare il Donbass per 8 anni, non riuscendo peraltro ad avere ragione delle truppe indipendentiste (ovviamente sorrette sottobanco dai russi).

E si arriva al 2022 e alla storia di oggi. E' una guerra giusta? No. Non esistono le guerre giuste. Le guerre però si vincono o si perdono. Quelle vinte diventano giuste e quelle perse diventano guerre sbagliate. E' sempre stato così, da millenni. Si poteva evitare? Sì. Si poteva evitare. Chi non ha voluto trattare per avere un ragionevole piano di pace che garantisse la tutela dei russi delle regioni dell'est e del sud e fin dal 2014? Gli ucraini. E questo senza se e senza ma.

Lo stesso Zelensky aveva promesso di applicare gli accordi di Minsk in campagna elettorale ottenendo il voto perfino dai filo-russi. Era il 2019. Nel 2022 ammassava divisioni corazzate nell'est per dare la spallata finale agli indipendentisti di Lugansk e di Donetsk. Senza aver concesso nemmeno uno spillo. Chi non ha voluto trattare con i russi per un piano di sicurezza europea chiesto a gran voce da Putin innumerevoli volte? Gli americani. "Un incontro su questi temi non è in agenda" risposero.

E c'è ancora qualcuno che parla di invasori ed invasi? Di imperialismo russo? Ma fatemi il piacere… Non sono filo-russo. Di Putin e dei suoi non mi interessa un fico secco alla fine della fiera. Mi interessa invece, e molto, come sia stata gestita tutta questa vicenda dagli Occidentali, dagli americani in primis e dagli europei in seconda battuta ed oggi.

Una sequela di errori uno più grosso dell'altro e si sta continuando imperterriti a sbagliare anche dopo aver preso batoste, aver speso una montagna di soldi, e arrivando addirittura sull'orlo di una guerra aperta con la Russia.

E contro il parere americano per giunta, dove gli USA è chiaro anche a cani e porci che vogliono sfilarsi e lasciare gli europei con il cerino acceso in mano. E pretendete che io sia d'accordo con tutta questa porcheria che si è fatta? Con il sacrificio di un intero popolo agli interessi americani? Proprio no!"



sabato 20 settembre 2025

Scrittori che si sentono alla pari di Fëdor Dostoevskij e scrittrici che si sentono superiori a Grazia Deledda

Sono uno scrittore dilettante che ama definirsi naif, come quei pittori che hanno ricevuto il dono dalla natura, pur essendo uomini e donne di scarsa cultura. Ligabue docet. Sono convinto che la scrittura sia un'arte come tutte le altre: la musica, la scultura, la pittura, ecc. Tuttavia, ritengo che i lettori abbiano il diritto di esprimere le proprie critiche. Io le accetto, ma molti altri non lo fanno! Mi rifaccio sempre alla saggezza latina: "De gustibus non est disputandum". Infatti, ci sono persone che, di fronte a un Picasso, sono colte dalla sindrome di Stendhal, mentre altre provano solo conati di vomito. Questa è la storia dell'arte, con estimatori e detrattori. Qualche giorno fa, sempre su questo blog, ho parlato di uno scrittore fiorentino osannato e tradotto in tutta Europa, ma che io considero noioso. Amo molto i racconti erotici che fanno sognare e su Amazon ho trovato un'autrice che non nomino, che scrive esclusivamente di erotismo. Ho acquistato il suo primo libro, che però non ho trovato per niente erotico, perché secondo me si avvicinava più alla pornografia. Tuttavia, avevo letto recensioni positive e mi sono detto che forse ero io troppo sentimentale, quindi ho acquistato il secondo libro, ma la mia impressione non è cambiata. Ho iniziato a colloquiare con la scrittrice tramite i social, esponendole il mio punto di vista, ma mi sono reso conto che, lei mi considerava un bacchettone. A quel punto, seguendo il suo consiglio, ho deciso di acquistare anche il terzo libro, perché voleva convincermi di non essere una pornografa.

Naturalmente, la mia impressione è stata la stessa e ho continuato a colloquiare con lei su altri argomenti, tralasciando il mio pensiero che sapevo la infastidiva. Un giorno, la signora mi ha mandato la sua mail chiedendo a me e ad altri suoi lettori di inviarle qualche nostro scritto per trarre degli spunti e io, ubbidiente, le ho mandato tre delle mie novelle. Fino a che, un giorno, mi ha rimproverato di non averle mandato nessuna recensione sulla piattaforma di Amazon. Cosa potevo fare? L'ho fatto e giuro che, nello stilare la recensione, sono stato molto parco in confronto a quale era il mio vero pensiero.

Una volta letta la recensione, mi ha detto che non comprendevo la sua scrittura e che, addirittura, mi avrebbe rimborsato la spesa dell'ultimo libro. Mi ha anche detto che non aveva chiesto di mandarle i miei scritti, ma che, nonostante tutto, li aveva letti. Quando le ho contestato che il diritto di critica è sacrosanto e che le avevo inviato i miei scritti su sua esplicita richiesta, mi ha bannato da tutti i social su cui eravamo in contatto fino a quel momento. Chiaramente, me ne sono fatto una ragione, perché chi non accetta le critiche non può essere un mio amico.


Fëdor Dostoevskij  

Grazia Deledda


mercoledì 17 settembre 2025

SCRITTORI

Marco Vichi Il Commissario Bordelli

Due care amiche mi hanno prestato due libri dello scrittore fiorentino Marco Vichi. Le ho ringraziate, visto che a loro erano piaciuti moltissimo, perché i suoi gialli si svolgono a Firenze. Ho avuto la sensazione che siano state ammaliate più che dalle storie in sé, dall'idea che tutto si svolga nella bella Firenze che fa da sfondo.

Il primo aveva almeno un senso, perché l’indagine si svolge in sequenza, anche se si sofferma molto sul personale un commissario sopra le righe, a cui piacciono i ladruncoli e le prostitute. Il secondo, che porta lo stesso titolo, Il commissario Bordelli, l’ho letto solo fino alla centocinquantesima pagina, ma non è successo nulla: solo una vecchia signora ricca soffocata a causa della sua allergia a una pianta esotica. Si parla dell’amicizia con il patologo, il suo assistente sardo, figlio di un compagno d’armi durante la seconda guerra mondiale, e delle sue amicizie con una prostituta in disarmo e con un ladro che solo lui comprende, addossando la colpa allo stato di bisogno.

Questo scrittore è stato tradotto negli Stati Uniti, in Germania, in Francia, in Spagna, in Grecia, in Polonia, in Finlandia e in Portogallo. Mi sono chiesto il perché, dal momento che io considero povere le sue storie. Forse dipenderà dal fatto che l’Italia piace a tutti. E poi c'è Firenze, la gloria dei Medici, ricca di arte e storia. Forse è proprio per questo che i nostri amici europei sono stati affascinati da tutto questo, come è accaduto alle due amiche.

Confesso la mia ignoranza: ho letto poco i classici, anche perché la mia cultura è mediocre. Tuttavia, anche se con sforzo, ne ho letto alcuni, e sin da piccolo ho sentito parlare di questi libri, sia sulla stampa che al cinema. Michail Lermontov, Nikolaj Gogol', Ivan Turgenev, Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj, Sean Bodel, Chrétien de Troyes, François Villon, François Rabelais, Pierre Corneille, Molière, Jean Racine, Voltaire, Honoré de Balzac, Alexandre Dumas, Stendhal, Victor Hugo, Gustave Flaubert, Charles Baudelaire, Émile Zola, Marcel Proust, William Shakespeare, Charles Dickens, Jane Austen, Charlotte Brontë, Virginia Woolf, Oscar Wilde, Dorian Gray e Agatha Christie.

Ma non occorre andare molto lontano: abbiamo avuto una scrittrice che è stata scoperta solo dopo la sua morte, Goliarda Sapienza, con il suo meraviglioso romanzo L’arte della gioia, cinquecento pagine che scorrono limpide come l’acqua di un ruscello. Mentre il secondo commissario Bordelli lo finirò per punto d'impegno, ma l'arte è soggettiva e per me Bordelli è estremamente noioso.


giovedì 28 agosto 2025

LA NAIA

Si è sempre detto, fin da quando ho l’età della ragione, che si stava meglio quando si stava peggio, o, più semplicemente, che si stava meglio prima. Mai eufemismo più vero, perché non credo che si stesse meglio all’età della pietra, nel Medioevo o durante le guerre di indipendenza dagli oppressori Asburgici, Francesi o Borboni. Ancor più mendace quando si parla della leva obbligatoria, e ne ho ben donde, avendola provata sulla mia pelle nel lontano 1963. E questa volta parlo solo della mia nazione: l’Italia e mi prendo tutta la responsabilità di quel che asserisco.

Allora la maggiore età era a ventun anni e i giovani di allora non erano certamente come quelli di adesso. Molti di noi non erano mai usciti dalla propria città, se non per andare alle colonie estive, sia marine, che montane, che erano la prima esperienza di quella che sarebbe poi stata la vita militare. Si stava solo un mese, ma io contavo i giorni che mancavano per tornare a casa.

Primo luglio 1963: era da poco deceduto il papa buono Giovanni Ventitreesimo (Roncalli, 3/6) e, poco dopo, era asceso agli altari Paolo Sesto (Montini, 21/6). Verso le tre del pomeriggio, mi trovavo nel piazzale antistante la stazione Termini di Roma. Dicevo usando un eufemismo che non avevo mai visto l'uomo bianco e che, trovarmi solo e senza sapere dove sarei finito, non piansi, ma poco ci mancò. Mentre gli altri coscritti decidevano di entrare in caserma prima della mezzanotte, io, come uno scemo, presi il tram e mi recai alla Legione Allievi Carabinieri, che non mi stava aspettando, per cui passai il pomeriggio seduto sulla mia valigia.

Volevo diventare un carabiniere, non perché amassi incondizionatamente l'Arma, ma soprattutto perché alla fine dell'addestramento (tre mesi) avrei percepito uno stipendio di ben quarantamila lire al mese, contro le quattromila seicentocinquanta se fossi andato nell'esercito. L'addestramento era durissimo e il rancio era talmente schifoso che usare il terzo eufemismo era dire poco. Verso la fine, sono arrivato a pesare sessantasette chili su un metro e settantasei di altezza. Per la fame, ho ciucciato anche i noccioli di pesca e mi sono spaccato il palato mangiando panini con la mortadella che comperavo allo spaccio con una cifra modica, se ricordo bene, cinquanta lire, ma che comunque venivano a mancare dal mio budget, che, non lavorando, era a totale carico della mia famiglia.

Verso la fine dei tre mesi, mi ammalai di Rosolia e fui ricoverato all’ospedale del Celio, lo stesso ospedale in cui, nel 1976, fu ricoverato per un tumore terminale il criminale nazista Herbert Kappler. Stetti in corsia per dieci giorni e mi furono dati quindici giorni di convalescenza. Al ritorno, con questa scusa, adducendo il fatto che non avevo potuto completare la fase istruttiva in aula, fui congedato e trasferito in fanteria. Sul foglio matricolare fu scritto: Trasferito nell’esercito, perché non adatto agli speciali servizi dell’arma, articolo 65 del regolamento. Ma nessuno mi ha mai saputo dire cosa dicesse espressamente quell’articolo. So solo, e ne sono quasi certo, che la questione principale era quella di essere un simpatizzante della bandiera rossa, cosa che non ho mai nascosto. E non dimentichiamo che l’allora comandante dell’arma era il golpista Giovanni Di Lorenzo, con tanto di monocolo all’occhio, che durante la sua unica visita ci guardava come il pastore guarda le sue pecore.

Sono stato inviato presso la caserma "Cavalli" di Firenze (18/09/1963), originariamente costruita come Granaio dell'Abbondanza nel 1695 per volere di Cosimo III de' Medici. Nel corso dell'Ottocento divenne un panificio militare, per poi trasformarsi nella sede della caserma dove si svolgevano le visite di leva. Il capitano comandante mi prese a ben volere e, dato che ero un commerciale, mi mise in ufficio per sbrigare le pratiche che fino a quel momento aveva svolto lui. Per me fu una pacchia: la sera andavo a dormire a casa e alle sette rientravo in caserma come un normale impiegato, anche se sottopagato. Ma c'è sempre un "ma". Il figlio di un importante corriere fiorentino, per non fare nomi "Pertichini", ebbe una forte raccomandazione e prese il mio posto, mandandomi a fine ottobre a Orvieto, all'80° Reggimento Fanteria, Caserma Piave, un CAR (Centro Addestramento Reclute). Anche li mi presentai all'ufficio selezione, dove rimasi fino alla fine della ferma (24/10/1964). Fui accolto come un naufrago, ma, essendo un buon dattilografo, rimasi lì quasi a far niente, se non quando le reclute dovevano essere trasferite ai reparti.

Tredici mesi di naja vera: dormivamo sui pagliericci con lenzuola che, se ti strofinavi troppo, ti provocavano abrasioni. La sveglia era alle cinque d’estate e alle sei d’inverno. Quando eravamo al massimo della forza, vivevamo duemila militari. Il rancio era cucinato in cucine alimentate a gasolio e tutto sapeva di nafta. Una sola tazza doveva bastare per il caffellatte della mattina e per tutto il resto, una pagnotta per tutto il giorno. Alla fine del rancio arrivavano i maialai dalla campagna che portavano via i bidoni di quella brodaglia e del solito spezzatino giornaliero. Fortunatamente, una volta in libera uscita, cosa che spesso ci veniva negata perché non avevamo i capelli tagliati corti o i calzini d’ordinanza, ci rifugiavamo da "Monaldo", una trattoria che ci trattava bene e ci faceva mangiare con al massimo quattrocento lire. Ma una sera l’infame mi fece tirare i calzoni e, non avendo le mutande da sbarco, cioè quella taglia unica con il laccio che, stringendolo, andava bene sia all'ossuto che all'obeso, mi rimandò indietro senza appello. 

Durante la mia ferma, non ho mai visto quello che ci spettava secondo la tabella: cioccolato, frutta e limoni. Se una goccia di vino da mezzo litro cadeva per terra, friggeva come acido muriatico, quindi era imbevibile. Pregavamo che a cena ci fosse almeno del formaggio, così potevamo mangiare qualcosa, e quando arrivavano le scatolette di carne verdi con la scritta E. I (Esercito Italiano) avevano stampigliato sul coperchio la data: GIURO! 1945!

Poi ho capito l’antifona: un certo Argenio, un romano che lavorava allo spaccio, mi ha detto che il caffè (15 lire) era misurato con mezzo misurino e che il ricavato veniva diviso a metà con il maresciallo responsabile. I marescialli cambiavano spesso, ma rubavano a man bassa. Ecco perché a noi non arrivava ciò che ci spettava, e anche il formaggio, perché era scarso?  Perché le forme prendevano altre vie, l'ho visto con i miei occhi quando ero di guardia. Qualcuno potrebbe obiettare: perché non gli hai sparato? Perché, in primo luogo, anche se avessi voluto, cosa che non avrei mai fatto, i nostri fucili erano scarichi. Infine, sarei tornato a casa, mandando a quel paese con quella gentaglia, al cui confronto i corsari, i bucanieri e i pirati delle Antille erano solo dei poveri ladruncoli. Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma molte le ho già scritte nel mio libro La naja.

Concludendo posso dire a ragione veduta posso dire che non si stava meglio prima almeno quando eravamo  gioco forza diventati impiegati dello stato. 

Il Barone

martedì 26 agosto 2025

MONDO ALLA ROVESCIA

Dopo il terzo millennio, il mondo si è capovolto. Non è che dalla seconda guerra mondiale sia andata meglio: le guerre si sono succedute, dando vita a una sorta di terza guerra mondiale a macchia di leopardo. Ma negli ultimi anni siamo arrivati al culmine, con una situazione molto vicina all'Armageddon.

Abbiamo un Donald Trump che si avvicina molto alla patologia schizoide: dice una cosa e poi la nega il giorno dopo. Italia: dopo i governi di destra, quello attuale è il più vicino al ventennio di triste memoria. 

Vladimir Putin, dopo aver accettato l’uscita dell’Ucraina dalle amministrazioni precedenti, adesso la rivuole indietro. Il Medio Oriente è da sempre una pompa di benzina vicino a una fiamma ossidrica, pronto a incendiarsi. Non c'è di che ben sperare!

L’esportazione della democrazia nel Maghreb, ahahahahahahah! Tolto un dittatore, ne arriva un altro ancora più feroce. Se poi uno di loro arriva da noi, lo mandiamo a casa con tutti gli onori. La schizofrenia non fa più parte degli ex manicomi, ma è presente ovunque. Come diceva mia nonna, prima che i manicomi chiudessero dopo la legge Basaglia: "I cancelli si chiudono dall'esterno". A buon intenditor...

L'America Latina è ormai una colonia americana, dove la CIA ha foraggiato i sistemi totalitari più feroci, come in Cile, Argentina, Brasile, Bolivia e molti altri Stati che, almeno all'apparenza, sembravano democratici, mi vien che ridere (Lando Buzzanca docet.).

Infine abbiamo la ciliegina sulla torta l’egregio primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu al cui confronto Adolf Hitler appare come una mammoletta, infatti, adesso il boia vuole superare i sei milioni di morti per non esser da meno del suo mentore tedesco cercando di annettersi tutta la fascia mediorientale con i bombardamenti giornalieri, ospedali distrutti, giornalisti uccisi, blocco degli aiuti militari. 

Anche il dottor Josef Mengele sembra un cherubino in confronto a quest'uomo. E che che se ne dica, le dimostrazioni popolari in Israele sono esclusivamente per la liberazione degli ostaggi, ma tutto il Paese è con lui e tutti ne sono al corrente, perché il sionismo è insito in quel popolo, non tutto chiaramente ma la maggioranza è in parte fascista (coloni docet.)

Non mi accusate di antisemitismo, sapendo di mentire. Torno in Italia e qui comprendo tutta la cosiddetta "democratica" Europa e mi chiedo, e vi chiedo, di spiegarmi perché, di fronte a un'ipotetica quanto irreale invasione russa, abbiamo colpito Putin con sanzioni e inviato armi al fantoccio Volodymyr Zelens'kyj e ai suoi accoliti televisivi, che, nonostante il suo mandato sia scaduto da tempo, se ne guarda bene dall'indire nuove elezioni, addossando la scusa all'economia di guerra.

Ma Israele non si tocca, perché siamo vassalli del dittatore Trump, un narcisista che sul berretto da baseball ha scritto: Io ho sempre ragione". Ci mette le sanzioni, non vuole tirare fuori più nemmeno mezzo dollaro, e noi, a partire dall'Inghilterra, siamo alla Grecia, sempre pronti a genufletterci e a farci sodomizzare. E qui casca l'asino: a parte tiepide dichiarazioni d'intenti, questa marmaglia europea, purtroppo, di cui faccio parte, non ha fatto né detto niente, a parte i sussurri nel buio, che bacchettano l'infame sulle mani,  come si fa con un bambino che ha rubato la marmellata.

domenica 22 giugno 2025

ABBASSO TUTTE LE GUERRE

Gli stati uniti, sono un paese democratico di facciata che si è autonominato come lo sceriffo del mondo, autonomina nata dal fatto che la loro grande potenza è nata sul sangue e, questo nessuno lo ricorda oppure non lo vuole ricordare quindi vale la pena fare un excursus:

Quando nel 1492 Colombo al servizio del più grande stato colonialista di tutti i tempi, la Spagna, trovò un popolo tranquillo che viveva in pace di caccia e di frutti della terra che rispettava la terra e la natura, domandiamoci perché mezzo mondo parla spagnolo.

Una volta preso possesso di questo Eldorado, ha iniziato una caccia spietata ai nativi, partendo dal Canada fino alla Terra del Fuoco, dove li ha sterminati o rinchiusi in riserve carceri senza sbarre. Stiamo parlando degli immigrati, sia francesi che inglesi. Inglesi, irlandesi e cinesi si sono ammazzati fra di loro per spartirsi il ricco bottino, fino a una guerra fratricida fra sud e nord, con la vittoria del nord.

Non contenti, hanno fatto arrivare con le navi negriere gli africani, che hanno assoggettato a lavorare nei campi di cotone con il potere di vita o di morte. Se qualcuno si ribellava, appariva l’accozzaglia del K.K.K. che provvedevano a fare pulizia. Una volta diventati potenti, sono diventati prepotenti e non ci illudiamo che abbiano fatto parte della prima e della seconda guerra mondiale perché buoni Anzi! La Germania e il Giappone li ostacolava, sia negli interessi che per la paura dell’invasione da parte del sol levante, altrimenti a noi poveri europei andava male e dovevamo marciare al passo dell’oca. Parliamo poi dei democratici, i cosiddetti buoni. Truman era un democratico che non ci ha pensato un minuto a sganciare due bombe H su Hiroshima e Nagasaki. E chi dopo pochi anni ha iniziato la guerra di Corea? Si sempre il solito Harry S. Truman. E il Vietnam ne vogliamo parlare? E il tanto decantato presidente John Fitzgerald Kennedy, che sapeva bene che il regime fantoccio di Kao Ky era guidato da un dittatore sanguinario? Poi sono andati a seminare bombe qua e là per esportare la democrazia, con il risultato di finire nel pantano afghano con una disfatta militare come in Vietnam. Chi era il presidente? Il democratico Joe Biden.

La CIA ha foraggiato tutti i regimi dittatoriali dell’America Latina come il Cile, l’Argentina e molti altri dittatori, poi qualcuno lo hanno dovuto anche sopprimere, come il panamense Manuel Noriega detto faccia d’ananas perché non sottostava più alle dritte degli Stati Uniti.

In passato chi era tacciato di anarchia o peggio ancora di comunismo veniva giustiziato, vedi i poveri Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti e i coniugi Julius ed Ethel Rosenberg (spie U.R.S.S ??), poi è arrivato Joseph McCarthy questa volta un repubblicano che con la con la sua paura rossa, ha costretto molti civili ad essere indagati e, i cineasti di Hollywood in odore di comunismo erano costretti a fare i loro film di nascosto usando degli pseudonimi.

Oggi abbiamo Donald Trump una parola e poca e due sono troppe, un megalomane narcisista che per prtima cosa al secondo mandato ha voluto mettere in catene gli immigrati per rimandarli al suo pese, poi gli sberleffi fatti all’Europa (che in questo caso forse se li merita tutti), tratta male Volodymyr Zelens'kyj con una sceneggiata in diretta che nemmeno Mario Merola avrebbe potuto fare; per poi di nuovo abbracciarlo. Dazi si dazi no, posso dire che ha anche degli atteggiamenti schizoidi? Infine non ha resistito e ha bombardato l’Iran con la connivenza del criminale sionista Benjamin Netanyahu.

Una domanda sorge spontanea considerate democratica l’America a cui siamo sempre stati come dei fedeli lacchè? Hai posteri l’ardua sentenza!

Se poi qualcuno dei nostri governanti gli venissero strane idee gli ricordo l’art. 11 della costituzione si cui hanno giurato, anche se come sempre alcuni di loro se ne fregano altamente della nostra costituzione nata dal sangue dei nostri martiri.

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

domenica 8 giugno 2025

GLI ELEFANTI SEGUITO


Si dice che le persone possano morire a causa di un grande dolore amoroso, a causa dello stress che questo provoca. Anche gli elefanti soffrono della sindrome del cuore spezzato, soprattutto quando muore uno dei loro piccoli.

Se il piccolo muore, la mamma elefante si allontana dal branco per diversi giorni e compie una sorta di processo di lutto. Invece di abbandonare il corpo, lo accarezza con la proboscide, lo annusa e cammina in cerchio attorno ad esso. Si ritiene che questo sia il suo modo di comprendere e accettare la morte.

Essendo molto sensibili allo stress e, proprio come gli esseri umani, gli elefanti che perdono la vicinanza di una persona cara, che si manifesta nel contatto pelle a pelle, possono perfettamente morire, cosa che accade comunemente nei casi in cui un cucciolo perde la madre.

Il carattere compassionevole degli elefanti fa sì che il resto del branco accolga l'orfano che sta soffrendo o aiuti un compagno in lutto.

Come potete vedere, ci sono molti motivi per ammirare gli elefanti, animali che non sono solo grandi di dimensioni, ma hanno anche un cuore immenso.

venerdì 6 giugno 2025

PERCHE' NON SIAMO NATI ELEFANTI

Quando un elefante deve essere trasportato in aereo da un paese all'altro, ad esempio dall'India agli Stati Uniti, la sua gabbia viene riempita di... pulcini. Sì, avete letto bene: pulcini minuscoli. Perché? Perché, nonostante le sue imponenti dimensioni, l'elefante ha una paura enorme di schiacciarli. Per questo motivo, durante tutto il volo rimane perfettamente immobile, per non correre il rischio di schiacciarne nemmeno uno. È così che l'aereo mantiene l'equilibrio. Ed è anche la prima prova della sua nobile natura. Affascinati da questo comportamento, alcuni scienziati hanno studiato il cervello dell'elefante. Hanno scoperto la presenza di cellule fusiformi, neuroni estremamente rari, presenti anche negli esseri umani. Sono quelle legate all'autocoscienza, all'empatia e alla percezione sociale. In altre parole, l'elefante non è solo grande fisicamente: è anche grande emotivamente. Sente, comprende e agisce con silenziosa saggezza. Leonardo da Vinci, profondamente affascinato dalla natura, scrisse su di essa:

  • “L'elefante incarna la rettitudine, la ragione e la temperanza”.

E aggiunse:

  • Entra nel fiume e si bagna con una certa solennità, come se volesse purificarsi da ogni male.
  • Se incontra un uomo smarrito, lo guida dolcemente sulla strada giusta.
  • Non cammina mai da solo: sempre in gruppo, sempre guidato da un capo.
  • È modesto.
  • Si accoppia solo di notte, lontano dal branco, e prima di tornare dai suoi compagni, si lava.
  • E se lungo la strada incontra un branco, lo sposta delicatamente con la proboscide, per non ferire nessuno.

Ma la cosa più commovente è questa:

  • quando l'elefante sente che la sua fine si avvicina, si allontana dal branco e va a morire da solo, in un luogo appartato.

Perché lo fa?

  • Per risparmiare ai più giovani il dolore di vederlo morire.
  • Per modestia. Per compassione. Per dignità.
  • Tre virtù rare.


Lo fanno anche gli umani? Non credo e almeno non sempre, non tutti.

domenica 18 maggio 2025

DOVE SI TROVA L'INDECENZA

CARO PRESIDENTE LEI HA DETTO CHE REPUTA INDECENTE IL COMMERCIANTE CHE NON FA UNO SCONTRINO O UN ARTIGIANO CHE NON RILASCIA UNA FATTURA. È VERO. PERÒ PRESIDENTE MATTARELLA, IO REPUTO MOLTO PIÙ INDECENTE, IN UN PAESE CIVILE, I VOSTRI VITALIZI E LE PENSIONI D'ORO, L'ENORME TASSO DI CORRUZIONE DELLA POLITICA, LE AUTO BLU E TUTTI I VOSTRI PRIVILEGI CHE VI SIETE COSTRUITI AD HOC. INDECENTI SONO I PONTI CHE CROLLANO, I FIUMI CHE STRARIPANO PER INCURIA E I TERREMOTATI CHE DA ANNI VIVONO NELLE TENDE. SONO I 400 EURO DI PENSIONE PER CHI HA LAVORATO UNA VITA E 800 EURO DI STIPENDIO PER CHI SI FA IL CULO IN FABBRICA. INDECENTE È CHE PER FARE IL BIDELLO SERVE UN TEST ANTIDROGA, MA PER FARE IL POLITICO NO.INDECENTE È LA TERRA DEI FUOCHI, L'ILVA DI TARANTO E IL ROGO DELLA THYSSEN.INDECENTE È CHE OGNI VOLTA CHE PIOVE SI CONTANO I MORTI. INDECENTE È L'IMPUNITÀ DILAGANTE E IL PILOTARE GIUDICI E SENTENZE. INDECENTI SONO I PROCESSI CHE FINISCONO IN PRESCRIZIONE. INDECENTI SONO LE INCHIESTE COME IL CASO PALAMARA O I DOSSIERAGGI CHE VENGONO COPERTI DAL SILENZIO.INDECENTE E’ IL TRAFFICO E IL LUCRO SULLA PELLE DEI MIGRANTI.INDECENTE È ATTENDERE SEI MESI PER UNA TAC. INDECENTI SONO LE BUONE USCITE MILIONARIE AI DIRIGENTI CHE DISTRUGGONO LE AZIENDE.INDECENTI SONO QUELLI CHE DOVREBBERO PUNTARVI IL DITO CONTRO, SCRIVENDO FIUMI DI PAROLE, E INVECE SI MOSTRANO AUTENTICI ZERBINI.E’ INDECENTE IN UN PAESE CIVILE NEL VENTUNESIMO SECOLO, CARO PRESIDENTE MATTARELLA, CHE VI SIANO ANZIANI COSTRETTI  A ROVI STARE NEI CASSONETTI PER CERCARE QUALCOSA DA MANGIARE E CI SAREBBE MOLTO ALTRO....PERCIÒ NON SO CHI È CHE RUBA DI PIÙ, SE UN COMMERCIANTE CHE NON FA LO SCONTRINO.. O VOI POLITICI.AGGIUNGEREI CHE È INDECENTE TOGLIERE LA PENSIONE DI REVERSIBILITÀ A PERSONE COMUNI, QUANDO AI POLITICI VIENE DATO VITALIZIO DI PENSIONI D'ORO FINO ALL'ENNESIMA GENERAZIONE. TUTTO QUESTO È INDECENTE CARO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.


(copiato ed incollato)@inprimopiano

giovedì 15 maggio 2025

UN RICORDO NOSTALGICO

ANNI 60

"Ridate la femminilità alle ragazze, ridatele la timidezza e portatevi via quell’odiosa sfacciataggine. Ridate la femminilità alle ragazze, insieme alle belle parole e ai bei comportamenti. Ridatele l’educazione e la delicatezza. Coprite le loro parti scoperte, ridando loro la dignità e la purezza di un viso arrossato, non da un chilo di trucco, ma dall’imbarazzo che provano in un preciso istante.

Ridategli quell’eleganza persa ormai chissà dove, ridategli quella dolcezza che le distingueva dagli uomini.

Riportate le ragazze con i bei capelli che cascano sulle spalle, con il ciuffo fastidioso che scivola davanti la faccia, poco truccata e non sporcata da pennelli e colori strani sbattuti sugli occhi solo per far scena. Quelle belle ragazze fatte di carne con i bei fianchi, belle da vedere e da toccare, e non quegli ammassi di ossa che usano intimo imbottito per vantare qualche curva, ormai sinonimo di trasgressione e volgarità. Ridategli quello che le rendeva diverse l’una dall’altra.

Scritta su Facebook da uno sconosciuto, giuro che non è mia. Non penso sia uno scritto di un nostalgico che non vuole accettare i cambiamenti, anzi, lo trovo piuttosto classico da patriarca maschilista, ma è solo la mia opinione.

venerdì 9 maggio 2025

LA TERZA GUERRA MONDIALE A MACCHIA DI LEOPARDO

Stiamo vivendo un brutto momento, come disse Papa Francesco: è una terza guerra mondiale a pezzi. Sono nato quando cadevano le bombe, ma sembra proprio che la storia non insegni niente, anzi!  A volte ci hanno spacciato le guerre come ideali, ma non lo sono mai. Solo quando un popolo oppresso si ribella a un dittatore, allora si può dire che l’uso delle armi è giustificato, ma la violenza genera altra violenza e quando la guerra diventa civile, si finisce per combattere fratello contro fratello.

Siamo stati liberati in Italia e in Europa dagli Alleati americani, congiuntamente alle Resistenze, ma l’America di quel tempo era quella democratica del presidente Franklin Delano Roosevelt. Ciò non ha impedito però che venissero sganciate le bombe H su Hiroshima e Nagasaki che caddero per mano di Truman, un democratico.

Lo so, sin dagli albori ci sono state guerre, ma sempre per denaro o per potere. Non a caso il povero Gesù Cristo è stato crocifisso dai lacchè dell’impero romano: gli Ebrei di Caifa! Quindi, mai meravigliarsi di cosa accade oggi, ma solo dissentire con forza e onestà intellettuale.

Pensate a cosa hanno fatto i colonialisti europei, pochi esclusi.  Italiani, spagnoli, portoghesi, belgi, inglesi e francesi, non da meno, mi hanno dato l'idea per una riflessione sugli accadimenti del ventesimo secolo.

I francesi, oltre alla fascia costiera mediterranea, ambivano anche ad avere anche l’Indocina, l'odierno Vietnam. La guerra, durata dal 1946 al 1954, si concluse con la sconfitta dei francesi per mano del generale Vo Nguyen Giap a Dien Bien Phu. Ma, come al solito, gli americani, credendosi padroni del mondo, presero ciò che i francesi avevano lasciato e si imbarcarono in quella inutile e sporca guerra, anche in questo caso, per salvaguardare un lacchè, certo. 

Nguyễn Cao Kỳ, una guerra durata dal 1955 al 1964, con migliaia di morti da ambo le parti, guerra patrocinata da Kennedy e proseguita da Johnson con la famosa escalation, guarda caso entrambi appartenenti al partito democratico, fino alla caduta di Saigon per mano del solito generale Vo Nguyen Giap, e dall’amato presidente Ho Chi Minh, a dimostrazione del fatto che quando un popolo si ribella non viene sempre soggiogato.

Afghanistan: Si può dire di tutto su quel popolo, ma non è questo il punto: i russi invasero l'Afghanistan per salvaguardare un loro discepolo, ma l'opposizione dei Mujahedin, finanziata dagli USA e dal Pakistan, assieme ai soliti australiani, costrinse i russi a ritirarsi. Anche in questo caso gli USA pensarono di fare il botto e subentrarono loro, ma la cosa è talmente vicina che tutti ricorderanno la figuraccia fatta dal presidente Biden con la caduta di Kabul, il 30 agosto 2001, non a caso anch’egli democratico.

Questo cosa ci insegna? C’insegna che la guerra fredda, che troppo spesso diventa calda, tra l'ex Unione Sovietica o C.C.C.P., e gli U.S.A., ha diviso il mondo in due blocchi che hanno la pretesa di spartirselo e lo stanno facendo senza se e senza ma, Quindi è inutile recriminare: chi non denuncia è complice. Vedi cosa sta succedendo a Gaza e in Ucraina!

Il Barone di Firenze

                                                                                                                                                                                                                                            

domenica 9 marzo 2025

LETTERA AD UN AMICO FASCISTA

Caro amico, questa è per te. Dopo il nostro scambio di opinioni verbali e scritte, ho riflettuto molto sulla questione dei “vincitori e vinti”. Partendo dal presupposto, credo condiviso, che tutte le guerre, anche le più epiche, non sono romantiche, bensì delle atroci tragedie per coloro che le subiscono. Se poi sono civili, sono la massima atrocità che l’umanità possa concepire. Non lo sono neppure quando vengono fatte per ribaltare una dittatura: sono giuste, ma non romantiche. Eppure, noi osanniamo uomini come Napoleone, fra i più spietati del Settecento e dell'Ottocento, e come lui tanti altri. Quindi mi è venuto in mente il parallelismo fra la resistenza italiana e la guerra nel Vietnam che ho vissuto da giovanissimo (1955-1975), dove l’imperialistica America del Nord, noncurante della disfatta subita dai francesi in Indocina (1946-1954), per salvare il regime fantoccio di Nguyễn Cao Kỳ dalla minaccia comunista, ha massacrato, incendiato, radendo al suolo villaggi con le bombe al napalm, stuprando e decapitando; Per poi doversi ritirare, sia per la sconfitta sul campo, sia per le infinite proteste dei pacifisti americani. Concludo questa guerra, gli USA (democratici e repubblicani indistintamente) l’hanno mal digerita e quindi la filmografia e i media hanno dipinto i vietcong come dei criminali per le nefandezze effettuate dopo la loro vittoria, cose mai verificate con esattezza, ma anche se fosse?! Qui ritorno a dire che violenza chiama violenza. Allora, come dicevo prima, sono stati i francesi e poi gli americani a tenere questo popolo  sotto scacco. Di cosa stiamo parlando, dunque...

martedì 4 marzo 2025

LA TAZZA DI CAFFE'

Immagina di camminare con la tua tazza di caffè e, all’improvviso, qualcuno passa, ti spinge e il caffè si rovescia dappertutto. ☕

Perché hai versato il caffè?

Perché qualcuno mi ha spinto.

Risposta sbagliata.

Hai versato il caffè perché era quello che avevi nella tazza. Se fosse stato tè, avresti versato tè.

Ciò che hai nella tua tazza è ciò che si riverserà fuori.

Lo stesso accade quando la vita ti scuote (e accadrà, prima o poi).

Quello che hai dentro di te è ciò che verserai sugli altri.

Puoi andare in giro fingendo che la tua tazza sia piena di virtù… ma quando la vita ti spingerà, si rovescerà ciò che realmente hai dentro.

Alla fine, la verità viene sempre a galla. Quindi, chiediti: cosa c’è nella mia tazza?

Quando la vita mi metterà alla prova, cosa verserò fuori?

Amore, gioia, pace, umiltà, pazienza, fede, autocontrollo…

Oppure amarezza, lamentele, pensieri negativi, paura, parole dure?

Lavora per riempire la tua tazza con gratitudine, generosità, amore e cose buone.

Perché quello di cui è piena la tua tazza… è ciò che uscirà quando la vita ti scuoterà.

domenica 12 gennaio 2025

EMILIA PEREZ

Entrando in sala non sapevo di trovarmi al cospetto di un music hall, e la cosa non mi è piaciuta, come quando tanti anni fa entrai in sala per vedere Jesús Christ Super Star pensando di andare a vedere un altro tipo di pellicola, ma ora come allora dopo pochi minuti il film mi ha preso.

Inizialmente mi ha dato noia il fatto che un transgender che ha i soldi non abbia nessun problema a cambiare sesso, mentre al contrario chi ha lo stesso problema ma è povero, deve subire soffrendo, ma anche in questo caso mi sono dovuto ricredere.

Infatti il film è tutt’altra cosa, buona la musica, buona la fotografia brava la ballerina americana Zoe, che assieme al vero transgender, un attore spagnolo, hanno dato vita ad un film diverso, con il finale, la redenzione del narcotrafficante, che per par condicion come è vissuto muore.

Morale un bel film da vedere, quasi mai ho assistito ad una stand ovation alla fine della pellicola.


martedì 31 dicembre 2024

DIAMANTI


Diamanti 31.12.2024



Non me la sento di gridare al capolavoro, poiché negli anni sono stati tanti i film che potevano vantarsi di questo sostantivo, ma posso dire senza tema di smentita che questa pellicola è superlativa, il regista turco Ferzan Orpetek, raramente mi ha deluso, ma a mio modesto parere, questa volta si è superato.
Il film è di sentimenti nascosti e sofferti di donne che lavorano in una sartoria di costumi per il cinema. Il cast è meraviglioso, il che mi convince sempre più che in Italia, abbiamo una serie di attrici che nulla hanno da invidiare alle super dive di Hollywood.
Si sono distinte le attrici: Luisa Ranieri e Jasmine Trinca, che hanno interpretato un pezzo di teatro da brividi, che ha fatto piangere anche coloro che come me hanno il pelo sullo stomaco.
Una delle mie attrici preferite Vanessa Scalera, che ha interpretato il suo personaggio di donna isterica, ed estremamente fragile in maniera eccellente. Mi ha stupito favorevolmente Mara Venier, da conduttrice leggera di TV, il turco la fatta recitare da oscar; poi una giovanissima attrice Aurora Giovinazzo, da poco tempo sul set ha caratterizzato il suo personaggio perfettamente; il parterre è stato copioso con attrici che quasi tutti noi conosciamo: Cannata, Cucciari, Grimando, Minaccioni, Savino, Signoris Smutniak e infine la meravigliosa Milena Vukotic, bravi anche i maschi che però non nomino, poiché hanno avuto parti poco più di un comprimario, ed anche perché ho capito che questo film il regista l’ha voluto fare solo ed esclusivamente per celebrare le donne.
Se uno ama i film basati sui sentimenti veri, che esulino dalle smielate commedie d’amore americane e, vuole entrare e vivere insieme al cast immergendosi nella storia, il film è assolutamente da vedere. 
Nei titoli di coda il regista a ricordato le grandi attrici italiane scomparse.

IO E TE

IO E TE

           Un fil penoso in cui dovevamo ridere mentre al contrario, o si sbadiglia e qualcuno si addormenta, ci hanno provato Salemme-Panariello con scarsa efficacia, ormai il connubio toscano-partenopeo è offuscato dalla pellicola cult: <NON CI RESTA CHE PIANGERE> Benigni-Troisi, quindi Siani dovrebbe fare un film, se vuol seguire su questa falsa riga, in cui la gente in sala si faccia prendere dalle convulsioni da quanto ride, altrimenti sarà sempre un flop. Il botteghino a risposto bene perché la coppia Pieraccioni-Siani ha sfruttato la loro popolarità non certo per il film! Ma la cosa è pericolosa per loro perché come si dice a Firenze, i fiammiferi si fregano solo una volta!


lunedì 25 novembre 2024

FINANZA E BANCHIERI

Ieri 24 Novembre anno del Signore 2024, cosa che non faccio quasi mai, ho guardato un film su canale cinque, poiché la Rai ormai non da più quasi nulla: non ci volevo credere il film si basava sulla storia di Ennio Doris fondatore della banca MEDIOLANUM, quindi sapendo che il canale che lo irradiato è MEDIASET, del maggior azionista il cavalier Silvio Berlusconi, mi è sembrata un fiction basata su una mera pubblicità e, soprattutto molto edulcorata e strappa lacrime.

Il signor Doris un consulente finanziario dedito al puro business, con lauti guadagni provenienti dai fondi d'investimento che promulgava ai propri clienti, la fiction ci ha erudito sul fatto che quando i fondi andarono in picchiata, lui decise di risarcire i  clienti delle perdite con il suo patrimonio personale poi seguito dal socio Berlusconi.

Una domanda sorge spontanea, quando aveva guadagnato quest'uomo prima? Ammesso e non concesso che siano state veramente risarcite quelle perdite; il tutto suona stonato per un uomo che di mestiere a poi fatto il banchiere.

Su Berlusconi nulla da eccepire, tutti sapevano che era uno degli uomini più ricchi del mondo, ma questo signor Doris chi lo conosceva prima che facesse il cerchio con il bastone in TV?

giovedì 21 novembre 2024

ETICA SPORTIVA

Questa mia non vuol essere né moralistica né etica e, non ho la presunzione di essere Plutarco sempre dalla parte della ragione per dogma, quindi voglio solo esprimere il mio pensiero esclusivamente dal punto di vista strettamente sportivo.

Nel 1800 le tenniste giocavano con una specie di tuta spaziale estremamente antiigienica, in quanto anche se di cotone non faceva respirare la pelle con abbondanza di sudorazione, poi negli anni settanta la meravigliosa tennista Lea Pericoli morta a ottanta nove anni, molto civettuola, per sua stessa ammissione in più di un’intervista, mise una minigonna con sotto le culottes, seguita un po' da tutte le altre.

In questa foto si vede una ragazza, una tennista, che in seguito ad una folata di vento gli si è alzato il gonnellino, facendo vedere al pubblico che sotto portava: un tanga o un perizoma, non sono molto esperto in materia, un indumento più antisportivo oltre che antigenico.

Questa foto ci fa notare che sotto e bagnata di sudore, poiché quelle mutandine oltre non essere ampie, sono sicuramente sintetiche, come il resto della divisa, il che ci fa capire che in quasi in tutti gli sport si usano tessuti sintetici antitraspiranti, al posto di fibre naturali o simili come: il Cotone, il Lino, la Canapa, la Lana e al massimo la viscosa che è un filato tratto dalla corteccia del legno, pertanto sempre meglio di un filato estratto da una delle sostanze più inquinanti del mondo, il petrolio.

Concludo che comunque sia, lo spettacolo che si vede in questo scatto, non è per niente edificante.

 

mercoledì 20 novembre 2024

I NOSTRI CUGINI DELL'EVOLUZIONE


2024 - Stretto di Gibilterra, la parte inglese (incredibile la potenza dei colonialisti), di fronte la maestosità del Marocco e la visuale di Tangeri.

In questo piccolo fazzoletto di terra i Mori-Berberi che invasero parte dell’Andalusia, si fermarono in questo paradiso, portandosi a presso delle scimmiette come animali domestici.

Una volta che si ritirarono ricacciati nel Maghreb dagli spagnoli, nella fretta lasciarono i loro animali che si sono riprodotti e adesso sono liberi come il vento.

Questi primati, essendo ibridi, sono stati battezzati: Scimmie Berbere” dal nome di chi le aveva portate.

Animali carini e simpatici, ma come tutte le scimmie sono cleptomani, infatti rubano di mano il gelato ai bambini e se uno mangia un panino di fronte a loro, glielo levano di bocca e scappano per papparselo in libertà.

 Chi ha avuto la possibilità di vederle e di accarezzarle e come se si trovasse in una specie di Eldorado in una giungla ai pedi dell’EUROPA.

sabato 26 ottobre 2024

UNA BELLA FAVOLA

Un uomo, il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada.

Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all’istante.

Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qualche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione…

Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazza pavimentata con blocchi d’oro, al centro della quale s’innalzava una fontana da cui sgorgava dell’acqua cristallina.

Il viandante si rivolse all’uomo che sorvegliava l’entrata.

“Buongiorno”

“Buongiorno” rispose il guardiano.

“Che luogo è mai questo, tanto bello? ”

“È il cielo”

“Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete! ”

“Puoi entrare e bere a volontà”.

Il guardiano indicò la fontana.

“Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete.

Mi dispiace molto”, disse il guardiano, “ma qui non è permesso l’entrata agli animali”.

L’uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo.

Ringraziò il guardiano e proseguì.

Dopo avere camminato a lungo su per la collina, il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi.

All’ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.

“Buongiorno” disse il viandante.

L’uomo fece un cenno con il capo.

“Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete”.

“C’è una fonte fra quei massi”, disse l’uomo, indicando il luogo, e aggiunse: “Potete bere a volontà”. L’uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono.

Il viandante andò a ringraziare.

“Tornate quando volete”, rispose l’uomo.

“A proposito, come si chiama questo posto? ”

“Cielo”

“Cielo? Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quello là! ”

“Quello non è il cielo, è l’inferno”.

Il viandante rimase perplesso.

“Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grandi confusioni! ”

“Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici… ”

Paulo Coelho



domenica 29 settembre 2024

DALLA PRIMA ALLA TERZA GUERRA MONDIALE


Un film storico che ti catapulta in una situazione vissuta dai nostri nonni e bisnonni, ben rappresentata la prima guerra mondiale, poco sentita da ragazzi di un Italia ancora in gran parte analfabeta, combattuta fra due fonti i cosiddetti Patrioti e i socialisti che avanzavano come classe politica. Bravi gli attori nessuno escluso in particolare i ragazzi feriti e/o gravemente malati. Film che fa riflettere sullo stato attuale delle cose dove è in corso la terza guerra mondiale combattuta a macchia di leopardo.

martedì 10 settembre 2024

RIFLESSIONI POST COVID DI UNO SPOSTATO

 COVID 19

Con l’inizio di un nuovo anno il 2020, abbiamo avuto una pandemia che ha costretto alla clausura tutto il mondo dagli Appennini alle Ande, cosa inenarrabile che comunque cercherò di spiegare come io l’ho vissuta.

Eppure di vicissitudini in settantotto anni della mia vita ne ho passate, anni sessanta, si inizia con il servizio militare di leva, cosa non augurabile a nessuno, in quegli anni della pace riconquistata dopo una guerra civile terribile, fare il servizio militare chiamato Naja (1) era come arruolarsi nella legione straniera.

Cibo immangiabile, la paga di 155 lire al giorno, liquidate ogni decade, notare che per un fumatore, un pacchetto di nazionali semplici, che chiamavo scherzosamente “Napoleon” per la “N” azzurra stampata sul pacchetto costava 220 lire, per cui neppure il pacchetto delle sigarette più infime dei Monopoli di Stato potevo permettermi.

Concludo dicendo che sono partito da casa con settanta chili e mi sono congedato con 63,500, il che più di ogni altra parola è indice di fame. (2)

Non avevo finito di riprendere il mio peso forma, che il quattro di novembre del 1966, l’Arno decise di mettermi alla prova, la mia piccola Fiat 500 che io chiamavo failand, (libera interpretazione dall’inglese five hundred), se ne andò via con la piena, mi ero sposato il quattro di agosto solo tre mesi prima, nemmeno il tempo di godere il ritorno dal viaggio di nozze con la moglie in stato interessante di tre mesi, che venni sommerso dalla melma.

Avevo ventiquattro anni, il più giovane del condominio, per cui nonostante avessi una paura della Madonna, toccavano a me e un altro giovane del primo piano (alluvionato), i servizi come quello di andare a recuperare acqua potabile con ancora l’H2O dell’Arno alla cintola, torbida e chiazzata di macchie scure della nafta fuoriuscita dai serbatori dei riscaldamenti centrali.

Passarono degli anni relativamente tranquilli, ma in Italia tranquilli non siamo stati mai, negli anni Sessanta il generale dei Carabinieri Di Lorenzo tentò un colpo di stato che fortunatamente morì in culla, poiché la democrazia ancora una volta aveva vinto.

Abbiamo avuto un presidente della repubblica che con la frottola di una pseudo invasione russa, aveva formato un gruppo segreto chiamato Gladio, scoperto solo perché un aereo dei cosiddetti “gladiatori” cadde, scoperchiando la pentola di un ulteriore tentativo destabilizzante.

Che dire del mio corregionale Licio Gelli? Un venerabile maestro di una loggia massonica deviata denominata P.2, anche questa loggia è appurato che cercava di potare l’Italia verso un ulteriore prova di golpe, morti sospette, stragi, bancarotte fraudolente e una lista di iscritti cosiddetti (3)  insospettabili, la gente ha la memoria corta, purtroppo anche molti miei coetanei, ma io no!

Abbiamo avuto e vissuto stragi tremende, di origine di estrema destra, purtroppo la risposta delle frange estreme della sinistra fu altrettanto violenta, si uccidevano per strada fra rossi e neri, non capendo di essere ambedue manovrati da dei burattinai in seno allo stato.

Furono chiamati anni di piombo quelli che andavano dagli anni sessanta agli ottanta, di cui il raggruppamento più eclatante furono le brigate Rosse che terminarono con l’uccisione di Aldo Moro, non so se questo gruppo era in buona fede, ma una cosa è certa furono infiltrati dai servizi segreti anch’essi deviati, che al soldo dell’America non volevano l’accordo fra Aldo Moro e Enrico Berlinguer che volevano far nascere un governo di centro sinistra.

Scusatemi se scrivo in maniera random, ma gli avvenimenti che si sono susseguiti sono talmente tanti, che faccio fatica a seguire una cronologia, solo la memoria mi aiuta, tutto (4) questo per far capire a chi mi legge che la vita di un italiano medio non è stata tutta rose e fiori; tutt’altro!

Era scoppiata una bomba in piazza Fontana a Milano all’interno della Banca dell’Agricoltura, doveva nascere il mio secondo figlio che venne alla luce solo diciassette giorni dopo, era il 12 dicembre 1969, la bomba era stata posta con il chiaro intento di uccidere, 17 morti e 88 feriti tanto da farla appellare con il nome: “la madre di tutte le stragi.”

Nel frattempo nel 1973 tutti a piedi, l’eterna guerra fra israeliani e paesi arabi, iniziò con l’aggressione dell’Egitto e della Siria nell’ottobre 1973, durò solo pochi giorni, con una netta vittoria di Israele.

Per ritorsione l’OPEC (Organizzazione Paesi Esportatori di Petrolio) dapprima fecero fare un’impennata al prezzo del greggio, seguita ulteriormente da un embargo petrolifero ai paesi considerati amici di Israele, fra cui c’era anche la nostra povera Italia.

Tutti in bicicletta a cavallo in monopattino o con i pattini a rotelle, quando finalmente il periodo di “Austerity” finì, si passò a viaggiare con le targhe alterne per il risparmio energetico, ma chi lavorava con l’automobile come me, doveva sottostare a lunghissime file ai distributori autostradali di carburante. Questa manganellata fra capo e collo, pose fine allo sviluppo economico dell’occidente chiamato il: “Boom economico.” (5)

Nel Maggio 1974, i neo-fascisti (ci sono le sentenze) misero una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti in Piazza della Loggia a Brescia dove si teneva un comizio contro gli attentati terroristici di matrice fascista.

Non passarono che pochi mesi, nell’agosto dello stesso anno nella notte, un attentato dinamitardo fece saltare un treno, l’Italicus, un internazionale che percorreva la tratta Roma – Monaco di Baviera; quando arrivò a San Benedetto Val di Sambro al confine fra Toscana ed Emilia, l’ordigno brillò provocando 12 morti.

Stando a quanto affermato nel 2004 dalla figlia Maria Fida, Aldo Moro, all'epoca Ministro degli Esteri, si sarebbe dovuto trovare a bordo di quel treno, ma pochi minuti prima della partenza venne raggiunto da alcuni funzionari del Ministero che lo fecero scendere per firmare alcuni documenti, questa storia fa pensare anche a chi non è un complottista che si è trattato dell’ennesimo attentato di (6) matrice neo-fascista che questa volta non ha voluto coinvolgere il ministro degli esteri.

27 giugno 1980 un aereo Douglas DC-9 dell’ex compagnia aerea ITAVIA, fu centrato da un missile e cadde in mare fra l’isola di Ponza e quella di Ustica, erano partiti da Bologna e dovevano atterrare a Palermo, ma le 81 persone compreso l’equipaggio, non arrivarono mai.

Un altro dei tanti misteri Italiani, forse questa era una faccenda internazionale che esulava dagli anni di piombo, fatto sta che comunque la verità quella vera non si è mai saputa.

2 Agosto 1980, stavo viaggiando in macchina verso Cervia dove erano già in albergo mia moglie Sandra e i miei due figli Michele e Spartaco, ero passato dalla montagna traversando l’appennino tosco – emiliano, quando in prossimità di Predappio, (mai luogo fu in sintonia con quanto stava accadendo), l’apparecchio radio antidiluviano (ricerca automatica), lo avevo appena riacceso poiché nei percorsi di montagna si può udire solo un fastidioso brusio.

Potevano essere al massimo le undici, quando mi dovetti fermare una voce scombinata di uno speaker diceva: “hanno messo una bomba alla stazione centrale di Bologna!” non nuovo a queste cose, ne erano accadute negli anni! Quindi pur non sapendo nulla di più di questa misurata notizia, pensai subito ad una tragedia.

E ne avevo ben donde 85 morti e 200 feriti un’ecatombe, sono state effettuate delle condanne di individui affiliati ai NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), ma ormai cosa certa che gli ideatori furono i servizi segreti con l’aiuto alla criminalità organizzata quale manovalanza a cui sicuramente fu garantita l’impunità. (7)

Non a caso il presidente del Consiglio era Francesco Cossiga, il cui nome veniva a galla tutte le volte che l’Italia subiva attentati terroristici, i depistaggi furono molteplici, la folla era inferocita si calmo solo all’arrivo del presidente della repubblica Sandro Pertini che piangente di fronte alle macerie mormorò: “Non ho parole, siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia”

Finirono sotto inchiesta una ventina d’individui, ma nel 1981 la maggior parte di loro furono scagionati.

Queste erano le vicissitudini di questa povera Italia, un paese di segreti, corruzione e scorribande di ogni genere, che comunque erano al di fuori della mia cerchia (8)  d’influenza, anche si vi garantisco molto sentite, vissute e sofferte.

Ma questa mi è arrivata proprio sulla mia pelle, vuoi per scelte sbagliate o semplicemente per la congiuntura, mi sono trovato a quarant’anni disoccupato con due figli a carico, non posso e non voglio augurare neppure al peggiore dei nemici, di vivere una situazione come questa, anche se oggi purtroppo sono in tanti a provarla.

Nel 1970 mi sono iscritto ad un’associazione di volontariato e ho esercitato sino all’inizio della pandemia COVID, ne ho viste di tutte, ho toccato con mano la sofferenza, ho gioito con le puerpere che accompagnavo in maternità e mi sono rattristato quando qualcuno non sono riuscito a farlo arrivare vivo al primo pronto soccorso, ma questa è un’altra storia, bella e triste insieme, ma che non ha nulla a che vedere con dove voglio arrivare.

Comunque sia, ho vissuto per interposta persona alluvioni, terremoti e catastrofi di ogni genere, dove una politica che (9) non onora questa parola, ha lasciato molte incompiute assieme a macerie mai tolte! La catastrofe più vicina dovuta all’incuria è stata quella del ponte Morandi a Genova e scusate se è poco!

E finalmente (si fa per dire) siamo arrivati al tempo del colera, pardon Covid 19, vi sembra che un uomo che ha vissuto tante e tali vicissitudini appena saputa la cosa si sia impaurito? Naturalmente no!

Dimenticavo sono nato sotto le bombe e per un puro miracolo quando ero seduto sul vasino a fare la cacca a casa della nonna paterna, per un purò caso (si vede che non era giunta la mia ora) ho scansato il proiettile di un cecchino, (allora li chiamavano franchi tiratori) che dopo aver sfiorato l’inferriata della terrazza è andato a conficcarsi nell’armadino, per capirci quello dove si tenevano i piatti.

Pertanto quando ebbi la notizia della pandemia subito pensai all’ultima trovata del Grande Fratello (3) certo non quello di Mediaset, infatti, come potevo essere libero da questi pregiudizi, dopo una vita lunga come la mia dove ne ho viste di tutti i colori.

Mi sono dovuto ricredere la pandemia non era una trovata del Big Brothers, ma una cosa reale e non nascondo che un po' di paura l’ho avuta e buono buono mi sono messo in quarantena vivendo 24 h. con mia moglie dopo cinquantaquattro anni di matrimonio e sei o sette di fidanzamento, cosa non facile poiché quando la passione giovanile finisce rimangono solo i nodi al pettine.

Ho un hobby che ho scoperto quando sono venuto in pensione, lo scrivere! La passione l’ho sempre avuta tanto è vero che al lavoro mi chiamavano: “Il piccolo scrivano fiorentino” (4) riferito ai miei rapporti fiume, quindi una volta (10) libero da impegni lavorativi ho dato sfogo alla mia fantasia e durante la quarantena ho finito un poliziesco di trecentonovanta pagine “La squadra”.

Quindi fra dormire sino alle dieci, cucinare qualcosa, pomeriggi al PC e la TV sino alla mezza notte, hanno fatto sì che il tempo è passato, mi sono dilettato inoltre a fotografare con un teleobiettivo 80/200, la strada vuota sotto casa e i balconi dalla parte esterna.

Dal mio balcone vedevo e fotografavo chi faceva le faccende di casa e le più giovani che prendevano il sole in bikini, gioia per i miei vecchi occhi.

Ho rinunciato ad ascoltare i TG, solo uno al giorno perché la vera pandemia è stata la valanga di notizie ripetitive e con le varie sfumature a seconda della stazione che le metteva in onda; poi abbiamo avuto gli esperti in video, visibili tramite Skipe, l’esperto catastrofico e l’esperto rassicurante in una singolar tenzone per il predominio di chi era più qualificato a dare informazioni professionali.

All’inizio di questa disavventura sono stato invitato a rimanere a casa dall’associazione di volontariato dove prestavo servizio, l’ultima della serie dopo il mio inizio nel 1970, cinquanta anni esatti, mezzo secolo una vita!

Questo mi ha fatto sentire inutile e devo dire che ad oggi ni sento orfano di una cosa che ho espletato per anni, solo per una mera questione anagrafica, me ne farò una ragione, ma credo che non sarà facile.

Siamo nella fase tre ho potuto rivedere i miei nipoti e i miei figli e fare qualche commissione in città, ma sono sempre stato un uomo attivo, quindi non essendo ancora decrepito, dovrò cercarmi qualcosa da fare oltre alla letteratura. (11)

Da un mio amico di vecchia data volontario anch’esso, ero stato invitato a scrivere qualcosa su questa pandemia ma francamente avevo poco da dire ed ho avuto la crisi della pagina bianca.

Però devo dire che i pensieri mi si sono accalcati alla mente nelle tante ore libere, che mi hanno fatto fare una carrellata sul mio vissuto, cosa che ancora impegnato con il volontariato o con la scrittura, sarebbero rimasti imprigionati nella mia mente.

Per i torti subiti ho quasi un senso di colpa coloro che mi hanno fatto del male, sono tutti deceduti, giuro che non ho inviato nessun anatema, sarebbe presuntuoso pensare anche minimamente di avere questi superpoteri e se per una improbabile causa li avessi avuti, lungi da me augurare la morte a chicchessia.

Con questo anche io avrò fatto del male a qualcuno, ma questo e solo un problema fra me e la mia coscienza, comunque sia credo di non averlo mai fatto almeno coscientemente.

Un giorno fra quelli più brutti della mia vita ero appena uscito da una seduta di chemioterapia e mi stavo apprestando a tornare a casa, il cellulare squillò era il centralino del posto di polizia di piazza dei Ciompi a Firenze, ero convocato con urgenza per un colloquio come persona informata dei fatti, nessun’altra informazione.

Il pomeriggio stesso mi feci accompagnare da un mio parente che aveva l’autorizzazione a transitare nelle zone a traffico limitato e quel posto di polizia era ed è posizionato proprio in quella zona. (12)

 Entrando dentro passai attraverso un lungo corridoio gremito di poliziotti, finalmente in fondo mi trovai nell’ufficio di un giovane ispettore che cortesemente mi fece accomodare.

Mi fu imputato, di essere uno stalker, quindi ero diventato a un tratto imputato e non più persona informata sui fatti.

Secondo una denuncia precisa, dal mio cellulare erano partite ingiurie verso un signore di Matera, perplesso dissi che non ne sapevo niente e che cadevo dalle nuvole.

L’ispettore con fare inquisitorio mi disse che i cellulari oggi sono con la tecnica GSM 4.G, per cui non clonabili, quindi certamente ero io colui che infastidiva questo ipotetico signore.

Altrettanto perentoriamente dichiarai che GSM o non GSM, quelle telefonate non le avevo fatte, per cui ero pronto a fare una contro querela, inoltre chiesi all’ispettore se potevo parlare con l'individuo che mi accusava per chiarire questa incresciosa situazione.

Il mio interlocutore mi disse che non era possibile, allora il mio essere guitto scattò come per incanto e feci questa affermazione, impostando la voce come si addice ad un attore da strapazzo:

Ispettore le sembro un uomo che importuna un altro uomo che non ha avuto la fortuna di conoscere e che abita a quasi mille chilometri di distanza? Se era una donna la cosa poteva anche avere un senso, ma con un uomo, ma stiamo scherzando!

L’uomo che avevo davanti non abbassava la guardia insistendo, allorché chiesi di effettuare senza esitare una (13) controquerela, a questo punto il giovane chiuse la cartelletta della pratica cominciando a ciarlare del più e del meno e concluse dicendomi che potevo andare.

Tirando le somme quel colloquio non c’è mai stato, infatti nonostante la mia espressa richiesta di avere un qualcosa a conferma della chiusura della pratica, questa mi fu negata, per cui ho capito che il GSM non è esente dalle clonazioni, poiché il cellulare ce l’ho da vent’anni e non l’ho mai prestato a nessuno, per cui essendo certo che quelle telefonate non le ho mai fatte, è la prova provata che anche il GSM 4.G può essere replicato.

A questo punto chi mi legge si domanderà icchè c’entra il culo con le quarant’ore? E io dico e c’entra, perché la quarantena ha portato a galla questi interrogativi che erano nascosti in qualche anfratto del mio cervello!

Questa seconda parte la titolerei alla maniera di Shakespeare “Essere o non essere” infatti quello che (14) scriverò d’ora innanzi è per me un vero e proprio dilemma amletico.

DALIA (5)

Tutto questo è accaduto in un arco temporale di una ventina di anni, io vengo dalla generazione del tam-tam per cui anche quando vidi il primo fax in funzione mi sembrò una diavoleria, figurarsi il PC, ma volevo conoscere questa scatola magica e fortunatamente trovai una ragazza che avendo un ufficio vicino a casa, iniziò a darmi i primi nocumenti e diligentemente prendevo appunti su tutto quello che lei mi diceva.

Sono arrivato a conoscere questo marchingegno tanto da fare quasi tutto, naturalmente solo lo 0,01% di quello che effettivamente questa scatola può fare, per cui il debito di riconoscenza con Dalia era enorme e siamo rimasti amici anche quando lei si è trasferita al di la dell’oceano.

Ci sentivamo su Face Book, Messanger e Skipe, sino a che un giorno un laconico messaggio diceva:

Antonio la tua presa di posizione è stata talmente offensiva per me che non voglio più colloquiare con te!

Purtroppo, non tengo i file delle conversazioni, per cui mi dannavo per capire cosa avessi potuto dire o fare da avere una reazione così violenta e definitiva.

Ho contattato più volte Dalia dicendogli che anche a un condannato a morte si da la possibilità di difendersi, ottenendo un silenzio assoluto.

L’ultimo messaggio che gli ho inviato era piuttosto indispettito che diceva: (15)

Cara Dalia, credo che negare di capire il motivo del contendere, teso anche a offrire le eventuali scuse, sia oltre modo scortese, scorretto e sicuramente dettato dall’intolleranza

 

A questo punto il silenzio è diventato ancora più assordante, allora ho fatto un excursus nella mia mente per capire dove avevo potuto offendere questa donna, ma in scienza e coscienza non ho trovato nulla per cui il dubbio rimarrà nella mia come rimase al principe di Danimarca.


CORNELIA

In questo caso invece si tratta di una ragazza molto giovane con gravi disagi comportamentali, frequentavamo il solito luogo per cui avendo io sofferto di ansia e crisi di panico, mi sono preso a cuore il vissuto di questa ragazza.

Ho cercato nella mia poca cultura di darle un appoggio morale e materiale consigliandole luoghi ove poter smaltire quella sbornia di vivere, naturalmente l’ho fatto con il mio modo di fare dettato da un vissuto di uomo della strada, la ragazza sembrava apprezzare i miei sforzi, sino a che non ricevetti un messaggio su WhatsApp che diceva:

Antonio ti prego non ci dobbiamo né vedere né sentirci più!

Naturalmente comprendendo la sua sofferenza esistenziale per non chiamarla neppure erroneamente ho depennato dai social e dal telefonino il suo nominativo, poiché in passato mi sono trovato a mandare un messaggio a una persona che non era quella a cui il messaggio era destinato, quindi trovandomi di fronte a una situazione patogena piuttosto importante non volevo in nessuna maniera sbagliare.

Fin qui tutto normale sino a che un giorno in altre faccende affaccendato ho ricevuto un messaggio da Cornelia:

Antonio cosa ti ho fatto? Perchè mi hai tolto dai contatti?

A questo punto esterrefatto l’ho chiamata dicendogli il perché l’avevo bannata, ma che non c’erano problemi che dopo quella telefonata l’avrei aggiunta di nuovo alla mia rubrica, lei parve contenta di questa decisione.

Sembrava tutto risolto, ma da quel contatto non è più arrivata né una chiamata né un messaggio.

Un atteggiamento a dir poco anomalo, ma andando a controllare sui social l’ho vista molto in forma e sorridente, quindi data la notevole differenza di età, forse ha ritenuto non avere più bisogno del vecchio chaperon.

ASSUNTA

Le prime storie tutto sommato rientrano in una logica femminile, che non condivido, ma sforzandomi riesco a capirle anche se solo parzialmente.

Ma questa la porgo alla pubblica attenzione poiché per quanti sforzi faccia non l’ho capita e credo che non la capirò mai, 18 Assunta è una donna non una ragazzina quaranta anni, nata in Umbria è arrivata dall’estero dove lavorava, perché ha trovato un ingaggio a Firenze.

Ci siamo frequentati per un hobby comune non retribuito, Assunta e una donna sveglia, attiva e molto aperta, per cui io mi adattavo al suo vissuto e con la mia boccaccia ho sparato cazzate a raffica, Assunta sembrava non solo accettare gli sberleffi, ma anche di divertirsi.

Poi è arrivato il Covid e siamo stati costretti in casa, quindi abbiamo continuato a frequentarci attraverso i social network, addirittura il primo giorno di chiusura totale, Assunta che vive sola si collegò con una video chiamata, era chiaramente come tutti noi prostrata da questa mazzata che ci è arrivata fra capo e collo, con mia moglie abbiamo cercato di rincuorala nonostante fossimo impauriti anche noi, ma al contrario di lei noi eravamo in due.

Ho ricevuto da lei telefonate, quando era fuori per la spesa e molti post su face Book, nulla faceva presagire quello che stava per accadere.

Un pomeriggio sul tardi Assunta ha postato una foto scherzosa che evidenziava il nome volgare di un pene, alcune sue amiche di chat dicevano che sarebbe stata una buona cura per passare al meglio la clausura, quindi eravamo in un colloquio fra amici senza se e senza ma!

È seguito Il mio commento:

Ragazze, pur sforzandomi non sono riuscito a capire a cosa alludevate! 

La mia era una burla sulla burla, dato l’argomento trattato mi era sembrato di seguire il fil rouge dell’argomento, ma 19 nonostante tutto, il mio intervento non era stato per niente indecente.

Ebbene immediatamente dopo è arrivato un post molto sgrammaticato e chiaramente scritto in uno stato di eccitazione, che diceva più o meno così:

Non volevo arrivare a questo, ma non ne posso più delle tue schifezze! 

Naturalmente era più lungo e guarnito di frasi molto forti, il post proseguiva con un turpiloquio che avrebbe fatto arrossire gli scaricatori di porto ubriachi.

Subito dopo assunta ha bloccato la mia pagina Face Book e il collegamento WhatsApp, ho fatto appena in tempo a inviargli un sms, poiché quello non aveva avuto il tempo di bloccarlo o forse non ci aveva pensato; la mia puntuale risposta può al contrario essere postata per intero e lo faccio:

Non posso che accettare la tua decisione, ma nella mia risposta non mi riferivo a niente di quello che tu hai pensato. Un solo rammarico le mie cazzate sono sempre state fini a sé stesse, ma se ti davano così tanto fastidio bastava parlar chiaro come hai fatto ora. È doveroso chiederti scusa, ma sei sicura che le tue offese le meritavo? Ti ho cancellato anche io sul telefonino infatti questo è un sms, così non dovrai più sopportare le mie schifezze. Ma ti assicuro Assunta che tu di me non hai capito un piffero, buona vita.

Naturalmente queste situazioni accadono alle persone estroverse e aperte verso gli altri, poiché chi al contrario è un introverso, non incorrerà mai in queste gaffe, qualcuno potrebbe obbiettare ma come mai sono sempre donne?

Rispondo senza tentennamenti, a me le donne sono sempre piaciute e continuano a piacermi anche oggi in età avanzata.

Ma non è un algoritmo preciso, va da sé che con le amicizie maschili non è mai accaduto e non è che siano mancati i motivi del contendere.

La differenza sostanziale sta che il maschio quando ha qualcosa sullo stomaco te lo dice e se rompe un’amicizia lo fa riassumendo tutte le motivazioni che lo hanno portato a prendere quella decisione.

Infine, i maschi e le femmine non solo sono diversi nel sesso ma più che altro nelle relazioni interpersonali, questa non è una scienza esatta, ma solo una constatazione registrata durante il mio vissuto, ma naturalmente chiedo comprensione a tutti coloro che non si riconoscono in questa mia esposizione.

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1. Naja: Il servizio militare di leva in Italia chiamato popolarmente Naja indica, la coscrizione obbligatoria. Ma cos’è la Naja? Molto terra terra è l’accostamento perverso con il servizio militare di leva, ma per gli addetti è il nome proprio del Cobra e dei vari serpenti elapidi appartenenti ai generi <Naja, Ophiophagus, Hermachatus> e altri meno comuni che si trovano in Africa e nell’Asia sud-orientale, tutti velenosissimi, emettono un veleno che contiene bungarotossina. Da questa spiegazione si può evincere l’assonanza con il servizio reso alla Patria dai bravi e giovani cittadini.

2. Politica: Dal greco antico politikè che attiene alla pòlis, la città o lo stato, con sottointeso técnè (arte o tecnica); per estensione: "arte che attiene alla città-stato talvolta parafrasato in tecnica di governo ". Dalla stessa radice " derivano anche il sostantivo polìtès (cittadino) e polìtikos (politico). Conclusione nulla a che vedere con quella esercitata attualmente.

3. Il Grande Fratello (in inglese Big Brother, letteralmente "fratello maggiore") è un personaggio immaginario creato da George Orwell, presente nel romanzo 1984. È il dittatore dello stato totalitario chiamato Oceania. Nella società che Orwell descrive, ciascun individuo è tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità. Lo slogan "Il Grande Fratello vi guarda" ricorda continuamente agli abitanti la sua superiorità assoluta nella piramide gerarchica.

4. Piccolo scrivano fiorentino: tratto dal libro “Cuore” un romanzo per ragazzi scritto da Edmondo De Amicis a Torino, strutturato a episodi separati e pubblicato, per la prima volta, dalla casa editrice milanese Treves nel 1886. Il libro ha la forma di un diario fittizio di un ragazzo di terza elementare che racconta lo svolgersi del proprio anno scolastico 1881-1882 dal 17 ottobre al 10 luglio: ogni capitolo riporta la data del giorno e un titolo riferito al tema trattato. Erano i racconti mensili inseriti nella storia principale, chi lo ha letto ricorda: Il piccolo patriota padovano, La piccola vedetta lombarda, Il piccolo scrivano fiorentino, Il tamburino sardo, l’infermiere di tata, Sangue romagnolo, Dagli appennini alle Ande, Naufragi.

5. Dalia Maria Giovanna, Cornelia, Assunta: Ovviamente i nomi e i luoghi, per una mera questione di privacy sono stati cambiati, la cosa vale per tutti quelli inseriti in questo racconto che non siano tratti da fatti di cronaca.